NICOLA PALMA
Cronaca

Maxitruffa: presa la banda del rip-deal che voleva colpire casa Ecclestone

Blitz della Mobile tra Rozzano e Cuggiono, la banda è stata sgominata

Tamara e Bernie Ecclestone

Tamara e Bernie Ecclestone

Milano, 20 febbraio 2021 Un raggiro studiato nei minimi dettagli. Preparato per settimane e messo in atto curando ogni particolare: dagli abiti eleganti all’affitto di appartamenti da adattare a studi professionali, dagli appuntamenti organizzati negli alberghi più lussuosi della Capitale alle berline di lusso per accalappiare il malcapitato di turno. A valle di un’inchiesta che già nel settembre scorso aveva portato gli agenti del commissariato Viminale a denunciare cinque persone per truffa aggravata in concorso, ieri gli investigatori hanno chiuso il cerchio, notificando tre ordinanze di obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria ad altrettanti presunti componenti della banda, tutti con base tra Milano e hinterland.

Gli uomini dell’Antirapine della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Francesco Giustolisi, hanno recapitato le misure restrittive a B.R., 42 anni, specialista degli imbrogli con rip-deal, e a Z.R., 61 anni: entrambi serbi, erano nelle rispettive abitazioni, a Rozzano e Cuggiono. Il terzo provvedimento è stato notificato in cella a Jugoslav Jovanovic alias Miroslav Milenkovic (ma di nomi falsi ne avrà collezionati più di una decina nelle banche dati delle forze dell’ordine): 23 anni, recluso a Rebibbia in attesa di estradizione, era stato arrestato a ottobre sul litorale romano con l’accusa di essere il capo della banda che svaligiò nel dicembre 2019 la dimora inglese di Tamara Ecclestone, modella e figlia dell’ex patron della Formula 1 Bernie. C’era pure lui la sera del 14 settembre 2020 nella hall di un hotel di Monte Mario. Un incontro concordato al termine di una trattativa andata avanti per un mese. La vicenda inizia ad agosto, quando un cittadino tedesco pubblica un annuncio su un quotidiano: l’appello è rivolto a chi sia in grado di finanziare un progetto di ristrutturazione da 10 milioni del suo castello in Germania.

Scatta la manovra di accerchiamento: l’uomo riceve la mail di un intermediario di nome Bilal (in realtà è il quarantunenne B.R.), che si dice molto interessato all’affare e garantisce di riuscire a mettere insieme un gruppo di persone facoltose, in cambio di una commissione del 5% (480mila euro). Il raggiro è architettato alla perfezione: i truffatori sono così credibili da spingere la vittima a presentarsi nella Capitale con una valigetta piena di banconote da 200 euro. Lì avviene lo scambio: Bilal, lo zio Paul (Z.R.) e l’assistente Jovanovic si accertano che la somma sia giusta con una macchinetta contasoldi e nel frattempo riescono a sostituire i soldi veri con facsimile. Stretta di mano e via: affare fatto. Poi il nulla: i telefoni di Bilal e compagnia sono staccati, e così il tedesco si accorge di avere in mano un mucchio di carta straccia. L’uomo si presenta al commissariato Viminale per sporgere denuncia: grazie alle immagini di una telecamera, che ha ripreso la targa della Mercedes usata dalla gang, i poliziotti riescono rapidamente a risalire all’appartamento-covo, a recuperare più di 200mila euro e a denunciare a piede libero tre uomini e due donne. Un mese dopo, viene arrestato Jovanovic alias Milenkovic per il colpo a casa Ecclestone. Ora il nuovo blitz.

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