"Matematica: la mia scelta di vita" A Maurizia Rossi il premio Fubini

La ricercatrice di Bicocca, esperta di “random waves”, racconta il viaggio nel calcolo della probabilità. Alle elementari aveva già le idee chiare: predisposizione e merito di grandi maestri. "Ragazze, via le paure"

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di Simona Ballatore

Un premio per le ricerche nel calcolo delle probabilità e delle sue applicazioni, tra cui la teoria delle Grandi Deviazioni e i Campi Aleatori. "I contributi più significativi, e con impatto internazionale di assoluta rilevanza, riguardano la teoria matematica delle “random waves”, un tema di ricerca fortemente multidisciplinare, avendo motivazioni in fisica, coinvolgendo strumenti di probabilità, geometria e analisi armonica, e avendo implicazioni in analisi numerica", si legge nelle motivazioni del Premio Fubini conferito "all’eccellente statura scientifica" di Maurizia Rossi, ricercatrice e tenure-track assistant professor dell’università di Milano-Bicocca. Il riconoscimento - vinto ex-aequo con Dario Trevisan dell’Università di Pisa - le verrà consegnato oggi pomeriggio, durante la cerimonia all’università di Torino. È stato istituito dalla famiglia Fubini Jacobs, con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo, in ricordo del grande matematico torinese - Guido Fubini - per valorizzare giovani matematici under 40 che lavorano in Italia come lei, che di anni ne ha 33 e che ha iniziato l’avventura nel mondo della matematica da piccolissima.

"L’ho scelta alle elementari - sorride - anche se in quegli anni ovviamente non hai idea della matematica che incontrerai poi negli studi e in famiglia nessuno è matematico. Ma sentivo di avere una predisposizione per questa materia e nel mio percorso ho incontrato sempre docenti di valore, che mi hanno dato una base solida. Vivevo a Veroli, in provincia di Frosinone: anche un piccolo paese può darti opportunità inaspettate". Ricorda ancora le sue “guide“: la maestra Loredana, il maestro Zaffi e poi al liceo il prof Mario Mastrantoni e la prof Alessandra Biancale. Una fortuna, in un sistema scolastico costantemente “a caccia“ di docenti di matematica. Poi l’illuminazione in università a Roma Tor Vergata: "I professori Paolo Baldi e Domenico Marinucci mi hanno i trasmesso la passione per la ricerca e guidato nel filone della probabilità. Grazie a loro sono arrivata qui". E di chilometri ne ha macinati parecchi: due anni a Lussemburgo, un anno a Parigi come ricercatrice, un anno a Pisa. Poi la svolta Milano-Bicocca, scelta di cuore e cervello: "È un’ottima università e ha un gruppo di probabilità e statistica molto forte, c’è un ambiente di lavoro stimolante e sereno - racconta - e ha contribuito alla decisione finale anche il fatto che il mio fidanzato lavori a Milano". Concorso vinto, a novembre finalmente arriverà anche il tanto agognato posto fisso. E se il mercato fuori bussa ai matematici e alle matematiche, offrendo stipendi spesso più ghiotti e più stabilità, Maurizia Rossi non ha avuto dubbi: "È stata una scelta di vita per me, ne vale comunque la pena - confessa - siamo pagati per pensare, per fare ricerca. Cosa chiedere di più? C’è l’aspetto della didattica, con gli studenti che ti danno tanto e quel senso di responsabilità che dà senso a tutto: un bravo professore può fare veramente la differenza". E anche essere da guida per le tante ragazze che ancora non si avventurano nel mondo della matematica.

"Io nel mio percorso non hai incontrato ostacoli - spiega Maurizia Rossi, che è autrice di 20 articoli su riviste scientifiche internazionali -, sono sempre stata valutata come matematico. Tanto è cambiato in questi anni, c’è anche un’associazione molto forte, l’European Women in Mathematics, anche se numericamente è un universo ancora maschile. Quindi il mio consiglio alle studentesse è quello di non avere paura e di andare oltre i tabù, sfatiamo anche l’immagine del matematico un po’ bizzarro e poco sociale, non è assolutamente così. Con la matematica si arriva ovunque. E servono sempre più donne matematiche perché portano più creatività e un punto di vista innovativo".

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