La linea sul fronte del Covid del Governo Meloni, che sembra volersi differenziare dai precedenti cancellando subito quel pochissimo che è rimasto delle misure che hanno salvato la pelle a molti italiani in fasi più difficili della pandemia, sta creando subbuglio nel mondo sanitario che quella guerra l’ha combattuta in prima linea. A generare proteste non è tanto la settimanalizzazione del bollettino dei contagi annunciata dal neoministro Orazio Schillaci (anzi, tanti esperti considerano l’intevallo più adeguato), quanto l’annunciato anticipo, da fine anno a subito, della scadenza dell’obbligo di vaccinarsi dal coronavirus per i sanitari (quelli che dovrebbero curare le persone fragili, quelle per le quali il virus ancora può rappresentare una minaccia) e, ancor più, il ventilato non rinnovo dell’obbligo d’indossare la mascherina negli ospedali e nelle altre strutture sanitarie, incluse le Rsa dove il virus fece stragi: su quest’ultimo punto sono insorti Ordine dei medici, sindacati degli ospedalieri e degli infermieri.
E la Lombardia? Intanto convoca gli esperti: la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti fa sapere che domani pomeriggio si riunirà la cabina di regìa degli esperti in malattie infettive, laboratorio e immunologia, e che "ai professori Gori, Rizzardini, Bonfanti, Grossi, Baldanti, Abrignani e Colaianni sarà chiesto di vagliare le decisioni in merito all’uso delle mascherine negli ospedali, Rsa e unità di offerta sociosanitaria lombardia". Quindi "saranno aggiornate le indicazioni regionali, anche in relazione alle disposizioni nazionali e al mutato contesto epidemiologico". Gi. Bo.