Mary Poppins, salta il ritorno a Milano: bruciati 20mila biglietti

Beffa per gli spettatori che avevano già comprato i ticket. "Ma verranno rimborsati...". Il musical bloccato dalla Disney dopo il disastro di Roma

Un momento dello spettacolo

Un momento dello spettacolo

Milano, 26 gennaio 2020 - Mary Poppins non vola più. L’annullamento delle 54 repliche milanesi del musical Disney ispirato al film con Julie Andrews in programma al Nazionale dal 30 gennaio al 15 marzo, lasciano circa ventimila spettatori milanesi col biglietto in mano e l’amaro in bocca. Un colpo durissimo, dovuto ad un vuoto di bilancio che Giorgio Barbolini, presidente della società produttrice dello spettacolo WEC World Entertainment Company, prova a spiegare partendo dal trionfo incassato dal kolossal disneyano un anno fa al Teatro Nazionale. "Dopo i 200mila biglietti venduti a Milano in sette mesi di repliche, ci siamo trasferiti a Roma dove ‘Mary Poppins’ ha richiamato tra ottobre e dicembre 70mila spettatori; cifra che, per la Capitale, rappresenta di sicuro un buon risultato" spiega Barbolini.

"Il problema è che, dovendo ricostruire tutte le scene perché quelle usate al Nazionale erano tecnicamente incompatibili col palco del Sistina, ci siamo trovati a spendere molto più degli incassi. Dover allestire a Roma, dove eravamo gravati pure da ingenti spese di trasferta, una produzione completamente nuova rispetto a quella già pagata (e ammortizzata) a Milano, ha fatto schizzare i costi della permanenza a Sistina attorno ai 3 milioni e 200mila euro a fronte di un incasso di 2 milioni e 200mila. A quel punto abbiamo cercato di fronteggiare la crisi di liquidità chiedendo aiuto a Stage Entertainment, la multinazionale olandese proprietaria del Teatro Nazionale, che s’è detta pronta a darci una mano accollandosi le 54 repliche rimanenti. Questo per rispetto del pubblico, ma anche dei contratti che avevamo in essere con i fornitori, con le maestranze e col cast dello spettacolo. Alla fine, però, l’opposizione dei licenziatari ha fatto franare tutto".

Il «no» di Disney Theatrical Productions, Cameron Mackintosh, ed MTI - Music Theatre International è arrivato venerdì, segnando i destini dello spettacolo. "A quel punto l’unica soluzione rimasta è stata quella di cancellare il ritorno di ‘Mary Poppins’ a Milano. Scelta orribile, ma senza alternative". Il danno d’immagine è grosso, perché insinua nello spettatore (e nei grandi licenziatari internazionali) l’idea di una fragilità del mercato italiano che probabilmente non è nei fatti. Anche se l’interesse dei colossi anglo-americani per il nostro paese rimane residuale; basta ricordarsi che, quanto a diritti d’autore, il fatturato annuo del musical in Italia è inferiore a quello mosso in una sola settimana dai teatri del West End o di Broadway. I biglietti acquistati al botteghino del Teatro Nazionale verranno rimborsati a partire già da martedì prossimo, mentre a breve saranno comunicate le procedure per il rimborso di quelli acquistati su Ticketone. Mentre Stage è al lavoro sull’agenda per provare a colmare, almeno parzialmente, i vuoti lasciati dall’improvviso forfait, WEC non si dà per vinta e cerca una via d’uscita. "In queste ore stiamo valutando la possibilità di riprogrammare delle repliche più avanti – spiega Barbolini – in modo da consentire, almeno a quelli che hanno già comprato il biglietto, di assistere allo spettacolo in altra data".  

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