Il marito di Carla Fracci: "Due galà per Carla non bastano. Sognava una compagnia Fracci"

Beppe Menegatti dopo l’annuncio delle serate omaggio in programma alla Scala e al Carcano

Carla Fracci con il marito Beppe Menegatti e Valentina Cortese

Carla Fracci con il marito Beppe Menegatti e Valentina Cortese

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Milano, 22 febbraio 2022 - Due gala per Carla Fracci, che certo li merita, annunciati uno dopo l’altro. Una bella sorpresa, che spiazza i calendari della stagione. Per primo è il Teatro alla Scala a far sapere che dal 1° marzo venderà i biglietti per l’atteso gala in onore di Carla, finalmente programmato il 9 aprile, con la curva pandemica in calo, allineando tutta la compagnia di casa ospiti internazionali top. A portare in scena schegge di un repertorio di lusso che Fracci ha creato e frequentato sarà infatti un cast di stelle: Alessandra Ferri, l’argentina Marianela Nuñez, Olga Smirnova, star del Bolscioi di Mosca (dove Jacopo Tissi, “figlio” della Scala, 26 anni, è appena diventato étoile), che debutta a Milano, Svetlana Zakharova, il divo Roberto Bolle e Carsten Jung, già prima figura dell’Hamburg Ballet.

A ruota, il Teatro Carcano avvisa che il 4 marzo ospiterà il suo “Gala Carla Fracci”, con due ballerini della Scala, Martina Arduino e Marco Agostino, e molti guest, più Giuseppe Picone e gli allievi della scuola del Carcano, diretta da Aldo Masella, guidati dalla maître Sabrina Bosco. Regìa e supervisione di questo secondo evento sarebbero – si scrive – del maestro Beppe Menegatti, marito di Carla Fracci. Ma Menegatti, nato a Firenze nel 1929, vulcanico e battagliero come sempre, spiega: "Ero stato informato di questi gala; c’erano state delle telefonate per avvisarmi dei progetti qualche tempo fa, poi non ne ho saputo più nulla nei dettagli, né dalla Scala né dal Carcano".

Carla Fracci
Carla Fracci

"Non voglio entrare nel merito; nessuno mi ha più interpellato. E non ne faccio una questione, ma il problema non è quello dei gala per Carla, piuttosto è quello della danza in Italia”.  

In che senso?

"Il sogno di Carla era dar vita a una compagnia nazionale nel suo nome. Vorrei tanto capire perché in questo straordinario Paese in cui viviamo non sia possibile affrontare questa idea, aprire un tavolo di confronto, coinvolgere il Ministero della Cultura. Carla ha fatto tanto per mantenere viva la danza, la tradizione del balletto italiano. Cosa fa il suo Paese per lei?"  

E allora?

"Non bastano i gala, anche se è bello che quello della Scala sia il primo di una serie di omaggi a venire per Carla, come ha detto il maestro Manuel Legris, direttore del ballo, ricordando che il teatro è stato privilegiato per aver condiviso la sua arte che è vita, modello e fonte di ispirazione di tutte le generazioni di ballerine".

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