Finisce l’era Mario Monti. Bocconi, via presidente e rettore: "Dietro noi tanto futuro"

Dopo ventisette anni il senatore a vita lascerà i vertici dell’ateneo in eredità una didattica internazionale: un professore su 4 non è italiano. "Lavoriamo per una società aperta e sempre più solidale"

Il senatore a vita Mario Monti

Il senatore a vita Mario Monti

Milano - Il passaggio del testimone avverrà ufficialmente il 7 dicembre, nel 120esimo compleanno dell’università, davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Ma di fatto Mario Monti ieri ha inaugurato l’anno accademico della “sua“ Bocconi per l’ultima volta dopo 27 anni da presidente e cinque da rettore (insegnava nell’ateneo in cui si è laureato dal 1985): "Il primo novembre lascerò la presidenza dell’università, che sarà assunta da Andrea Sironi, vicepresidente in questi ultimi quattro anni. Io sono personalmente fierissimo, non dirò altro, di avere lui come successore", annuncia, facendo gli onori di casa. "La ricerca di una società aperta, più solidale, attenta ad attenuare le disuguaglianze deve essere un impegno di tutti, leader e cittadini": il messaggio che ha voluto lasciare in eredità. Anche nel nome del bocconiano Luca Attanasio al quale è stata dedicata la cerimonia: "Luca è un nostro laureato, caduto da eroe", ricorda Monti, emozionando la platea, con i familiari dell’ambasciatore ucciso in Congo in prima fila, e facendo suo l’appello del Premio Nobel per la pace Denis Mukwege, ginecologo congolese che cura le vittime degli stupri, contro "l’umanitarismo a geometria variabile".

Ripercorre poi gli ultimi anni: "C’è molto futuro nei sei anni del rettorato di Gianmario Verona, periodo più lungo rispetto ai quattro anni abituali e anche più avventuroso – sottolinea il presidente uscente Monti – . Negli ultimi due anni e mezzo è stato nella cabina di regia a maniche rimboccate, lavorando con gli altri rettori lombardi in tempi brucianti per mantenere la viabilità dell’università anche nella pandemia e per riportare la normalità". Riparte dagli "choc" degli ultimi anni il rettore Gianmario Verona, che ha cominciato il mandato con Brexit e lo chiude (il 31 ottobre) in un contesto alle prese con la guerra in Europa e la crisi energetica. "Non facciamoci spaventare dalla complessità, facciamoci ispirare da essa": il lascito al suo successore, Francesco Billari. Di qui una delle novità introdotte: il corso obbligatorio - per tutti gli indirizzi - in “Critical thinking“, per allenare il pensiero critico al cambiamento.

Nel bilancio di fine mandato, l’attenzione al capitale umano: "Oggi Bocconi conta 414 professori di ruolo (+21% rispetto al 2016) e il 25% di essi non ha passaporto italiano", fa il punto il rettore che annuncia l’arrivo di 27 nuovi colleghi. Obiettivo: abbattere il soffitto di cristallo. Le professoresse oggi sono 131 (+22,4% in sei anni). Aumentano gli studenti in arrivo da 124 Paesi del mondo: il 22,4% dei 15mila studenti è oggi internazionale (+47% dal 2016). I Paesi più rappresentati sono Francia, Turchia, Germania, Cina, India e Stati Uniti. Quest’anno sono arrivate 33.081 domande di ammissione (il 54% in più). Cresce l’offerta formativa, passata dai 20 corsi di laurea nel 2016/17 ai 25, che diventeranno 26 dal prossimo anno con il primo bachelor (doppia laurea) in lingua inglese nel campo del diritto: Global Law. Sguardo alla sfida ambientale sia con l’introduzione di 100 corsi “green“ sia a livello strutturale: "Il nostro parco fotovoltaico è secondo per dimensione nella città di Milano e ha superato la soglia di 1,2 MW di potenza istallata – ricordano dalla Bocconi –, il consumo energetico si è attestato nel 2021 a 97.520 Giga Joule rispetto ai 101.546 del 2019, con un calo di emissioni di Co2".

 

 

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