Maria Antonia e Larysa Tra madri ci s’intende

Accolta a Truccazzano con il marito invalido la donna in fuga dalla guerra per raggiungere la figlia

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di Barbara Calderola

Da Mykolaïv a Truccazzano. Ponte fra mamme nel giorno della loro festa. Maria Antonia Ceriani apre le porte di casa a Larysa Larchenko, cinquantenne in fuga dall’inferno ucraino, madre di una studentessa universitaria da anni in Austria. E nel lungo viaggio per raggiungerla – perché è da lei che vuole andare – fa tappa nell’hinterland. Ad accoglierla “l’archeologa” dei grani antichi, l’imprenditrice agricola con cascina a Corneliano Bertario, madre di quattro figli fra i 2 e i 9 anni. Il più piccolo, Giosuè, è nato l’11 marzo 2020, "il giorno in cui veniva proclamata la pandemia". Per le due donne la condivisione dell’esperienza di essere mamma che "non ha bisogno di traduzione", "la forza travolgente dell’amore che fa superare gli ostacoli più difficili", anche i missili che distruggono tutto e seminano morte. Con Larysa, il marito Oleg, invalido. La loro è la storia di milioni di profughi: "Avevamo il nostro lavoro, la nostra casa e in un momento è saltato tutto per aria". Parole che "colpiscono dritte al cuore e fanno riflettere, perché un conto è vedere il dramma in televisione, un altro, abbracciarlo", racconta Maria Antonia, una delle donne di Coldiretti che hanno raccolto l’Sos lanciato da 55mila mamme ucraine che provano a salvare se stesse e i loro figli. Larysa e il marito ripartiranno a breve: "Ma hanno lasciato il segno", assicurano nell’antica casa colonica dove vivono in questi giorni. "Usiamo i traduttori, loro non parlano inglese, ma mai come adesso ci è chiaro che il linguaggio della solidarietà supera qualsiasi barriera: persino mia madre, ultraottantenne, riesce a capirli perfettamente". Ieri per gli ospiti c’è stata la giornata speciale al santuario della Madonna di Rezzano, dopo il pranzo in famiglia l’incontro con la comunità raccolta intorno alla chiesetta del miracolo costruita nel ’500 per ricordare l’apparizione della Vergine a una coppia di agricoltori.

Una storia di devozione che si rinnova da sei secoli e che Larysa e Oleg si porteranno nel cuore nel loro viaggio verso Vienna. Questo spicchio di Lombardia sarà una tappa verso la nuova vita che si sono ritrovati a dover costruire. "L’accoglienza squisita che ci è stata riservata è l’unica nota positiva di questa tragedia".

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