DIGRAZIA LISSI
Cronaca

Manzoni, musica che pone domande

Il grande compositore presenta due nuovi brani ispirati al poeta Haushofer, a Rilke e Seneca

di Grazia Lissi

Ironico e acuto, Giacomo Manzoni, racconta la sua vita al servizio della musica. Compositore, musicologo, raffinato divulgatore, la sua “Guida all’ascolto della musica sinfonica“ è una lettura obbligatoria per gli appassionati di musica. Milano Musica-Ascoltare il futuro ospita due suoi nuovi brani; oggi al Teatro alla Scala la prima esecuzione assoluta di “Schuld per tenore e orchestra“ commissionata dal festival, protagonisti l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Gergely Madaras, Leonardo Cortellazzi tenore (ore 20, alle 19 nel Ridotto Toscanini incontro con l’autore). Domani al Teatro Elfo Puccini “Il mare azzurro... ritraendosi per voce femminile, flauto basso, clarinetto contrabbasso, viola e violoncello“ brano inedito, anch’esso commissionato da Milano Musica, eseguito da "mdi ensemble". Ottantanove anni, una potenza creativa che esprime in ogni suo brano, Manzoni è da ascoltare perché la sua musica pone domande. Maestro, di nuovo sue opere alla Scala.

"Gli enti lirici sono avari nel proporre musica del nostro tempo, la Scala ancora la difende e ogni anno propone un’opera contemporanea. Personalmente vorrei che nel nostro Paese la musica contemporanea fosse eseguita spesso come accade all’estero".

Ascoltare il futuro e il presente?

"Vedere la musica come interprete del presente, della società è rischioso. Ogni compositore è immerso nel mondo, cosciente degli sviluppi positivi e negativi, pur senza arrivare a una reale presa di coscienza. Ciò che avviene nella società influenza il nostro modo di affrontare una partitura, il compositore risente della sua epoca e a volte, lo manifesta con la sua musica".

Com’è cambiato l’ascoltatore della musica contemporanea? "Non ho più il polso degli spettatori, mi muovo molto meno di anni fa. Ricordo che ci sono stati periodi nel passato che capacità organizzative, promozionali, con grande fiducia e dialogo avevano portato la musica contemporanea verso un pubblico pubblico molto giovane che rispondeva con entusiasmo; penso a “Musica del nostro tempo“, frequentata da centinaia di milanesi di ogni età e persone venute da altre città".

Come ha pensato i due brani? "“Schuldt“, significa colpa ed è ispirato a una poesia di Albrecht Haushofer. Il poeta tedesco apparteneva a un gruppo anti-nazista, avevano diffuso volantini; al crollo del regime si pente per non aver fatto abbastanza, nessuno in Germania aveva organizzato la resistenza partigiana. Anche nella nostra società non si vedono grandi movimenti, la gente si lamenta ma non va oltre. Due aforismi di Rilke e Seneca che conservavo da 30 anni mi hanno suggerito l’altro brano, era arrivato il momento di metterli in musica".