REDAZIONE MILANO

Manifesti con la foto Bertolè fa dietrofront Ma è lite in Consiglio

Già partita la sostituzione dei poster per il welfare: "Il motivo? La par condicio". Flash mob del centrodestra

I maxi-manifesti con la foto dell’assessore al Welfare Lamberto Bertolè stanno sparendo dalle strade di Milano, ma la polemica sulla loro comparsa per pubblicizzare il Festival del Welfare “Milano Città Giusta’’ dal 26 aprile al 2 maggio non è finita, anzi ieri ha raggiunto il suo acme. Sì, perché i consiglieri comunali di Lega, FI e FdI, durante la seduta dell’assemblea di Palazzo Marino, hanno mostrato dai loro scranni il manifesto nel mirino in formato A4 chiedendo ironicamente "un’autografo" all’assessore targato Pd. Non solo. Il capogruppo azzurro Alessandro De Chirico ha presentato una mozione di censura, firmata da tutti i consiglieri di opposizione, che invitava il settore pubblicitario del Comune alla rimozione dei manifesti.

Nelle ore precedenti, però, era già stata decisa la sostituzione dei maxi-manifesti con Bertolè in primo piano per lasciare spazio a poster che si limitano a pubblicizzare il Forum del Welfare senza l’immagine dell’assessore. Cosa è successo dallo scoppio della polemica, martedì, alla sostituzione dei manifesti? I più maliziosi parlano di un dietrofront di Bertolè per far cessare le polemiche. Ma l’assessore, ieri in aula, ha fornito una versione ufficiale diversa su quanto accaduto: il Comune in vista dei referendum del 12 giugno è entrato in regime di par condicio e quindi è "tenuto a rispettare una comunicazione impersonale", per questo "la creatività della campagna è già stata modificata sul sito del Comune e nei prossimi giorni verranno progressivamente sostituiti anche i manifesti".

M.Min.