
Aggressioni verbali, strattonamenti e atteggiamenti vessatori nei confronti degli agenti della polizia locale di Pregnana Milanese. Il Tribunale di Milano ha condannato a un anno e otto mesi di reclusione per maltrattamenti Massimiliano Madesani, attuale vice comandante della polizia locale di Cornaredo. La sentenza di primo grado fa riferimento a episodi accaduti negli anni 2016 e 2017 quando Madesani, ufficiale della polizia locale a Settimo Milanese, era anche comandante a Pregnana. "Un dirigente medico di medicina del lavoro di Ats era arrivato ad attestare una situazione da codice rosso", scrive il Sulpm (Sindacato unitario lavoratori polizia locale) in un comunicato stampa.
In quei due anni sono state presentate diverse denunce per atti persecutori e lesioni da parte degli agenti che, in alcuni casi, sarebbero anche riusciti a documentare quando accadeva al comando con alcuni video. Probabilmente anche per questo il Comune non aveva rinnovato l’incarico di comandante e Madesani era tornato a tempo pieno a Settimo Milanese e qualche anno dopo si era trasferito a Cornaredo. Le indagini sono state condotte dal personale della polizia locale di Milano, coordinate dalla Procura della Repubblica. Il vicecomandante è stato rinviato a giudizio e condannato per maltrattamenti, ipotesi di reato più grave rispetto rispetto a quelle iniziali di atti persecutori. L’altro giorno è arrivata la sentenza di condanna alla reclusione di un anno e otto mesi, al pagamento delle spese processuali, delle spese legali e al risarcimento alla parte civile per i danni subiti.
"Il sindacato fin dall’inizio ha difeso gli agenti coinvolti in questo calvario a Pregnana – dichiara Sergio Bazzea, segretario provinciale del Sulpm –. Non è stato un processo facile, sono stati ascoltati 18 testimoni di entrambe le parti, tra cui il medico del lavoro e gli agenti. Come sindacato siamo sempre presenti affinché episodi simili non possano verificarsi in nessun posto di lavoro dove il personale in uniforme è impegnato quotidianamente nel servizio ai cittadini, e non deve essere vittima di vessazioni da parte di nessun ufficiale o comandante".
La sentenza è stata un duro colpo per il vice comandante Madesani, ancora oggi in servizio sul territorio, che però commenta così: "È una sentenza giusta, il giudice ha valutato gli elementi che aveva e ricostruito una verità processuale, magari i fatti sono andati diversamente ma purtroppo i miei testimoni non sono stati in grado di ricordare. Forse avrei dovuto difendermi meglio. Ora attendo di leggere le motivazioni della sentenza e poi valuterò se presentare appello".
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