Milano, lo sfogo: "Malamovida, i gestori sono le prime vittime"

Michele Armiento: ci incolpano delle risse in piazza anche quando il locale è chiuso com’è successo qui 15 giorni fa

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di Rosario Palazzolo

La rissa davanti alla discoteca. I giovani, quasi sempre ubriachi e su di giri, che si scazzottano e qualche volta vanno anche oltre estraendo coltelli e spranghe per trasformare la notte in una mattanza. Il buon nome di un locale compromesso a volte senza alcune responsabilità. La movida violenta sta impadronendosi anche nell’hinterland, come dimostrano i molti casi avvenuti nell’ultimo periodo. Una situazione drammatica e difficile da affrontare, che preoccupa prima di tutto gli operatori della “movida“, che, dopo ben due anni di stop pressoché assoluto a causa dell’emergenza pandemica, ora non vogliono rischiare nuove chiusure. A sfogarsi è Michele Armiento che insieme al socio Chen Zhiyang gestisce il Vip Disco Club di via Granelli a Sesto San Giovanni. La sua discoteca è stata tirata in ballo la scorsa settimana a margine di un episodio di rissa tra giovani avvenuto all’alba di un venerdì. Due giovani sono stati raccolti dai carabinieri e condotti in ospedale in seguito alla segnalazione di una rissa. Subito si è guardato al suo locale, anche se quella notte era chiuso.

"Proprio quel giorno era prevista la riapertura delle discoteche dopo il periodo di restrizioni – racconta Armiento –. Doveva essere una boccata di ossigeno dopo tanta sofferenza. Ma avevamo deciso di attendere 24 ore per capire i contorni del decreto che autorizzava le riaperture. Quella sera avevamo lavorato solamente con il ristorante e il bar, che hanno chiuso intorno alle 3 di notte. Alle 6, un gruppo di ragazzi si è scontrato nel parcheggio che si trova accanto al locale. Subito si è pensato a nostri clienti. Tutto ciò dispiace, perché non si tratta solamente di perdere l’immagine, che per noi è importante, ma di rischiare provvedimenti per fatti che non ci riguardano". Armiento solleva un tema importante per chi lavora nel settore: "L’articolo 100 del Testo unico di pubblica sicurezza pone in capo ai gestori dei locali le responsabilità anche per ciò che accade all’esterno delle loro attività – spiega –. Ciò non è corretto e rischia di danneggiare anche operatori che lavorano onestamente e che fanno di tutto per garantire la sicurezza e il decoro". Armiento ha già rivolto un appello a parlamentari e segretari di partito affinché la norma venga modifica.

Sulla situazione di emergenza attuale fa due considerazioni: "Non possiamo escludere che le liti o le scazzottate si verifichino, ma possiamo cercare di evitarle facendo una buona selezione all’ingresso dei locali, come accade da noi ogni sera. Inoltre si deve fare selezione anche tra i protagonisti delle notti in discoteca. Ci sono pseudo artisti che istigano alla violenza con i loro testi. Ho scelto di non farli esibire, perché purtroppo è facile che qualcuno li imiti facendo fesserie".

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