MARIO CONSANI
Cronaca

Milano, la seconda capitale della Dia: "Qui si gioca la partita contro le mafie"

Inaugurata in via Cordusio la sede della Direzione investigativa

A sinistra il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti (Imagoeconomica)

Milano, 11 maggio 2017 – «Ci sono le condizioni per approvare velocemente il Codice antimafia», assicura il ministro degli Interni Marco Minniti. È la promessa con cui risponde al procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, entrambi al tavolo dell’inaugurazione della nuova sede della Dia, la Direzione investigativa antimafia, in via Cordusio.

Sullo sfondo della parete, la gigantografia della celebre immagine di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che si scambiano qualche parola poco tempo prima delle stragi. Sarebbe «un peccato mortale» se questa legislatura si concludesse senza l’approvazione del Codice», aggiunge il ministro. «Abbiamo strumenti sufficienti per contrastare questi fenomeni - ripete - ma è necessario completare il percorso e ci sono le condizioni per approvarlo velocemente». «Più diventa forte l’aggressione ai beni mafiosi - osserva - più c’è la possibilità che questi beni siano restituiti alla società».

Minniti, il cui discorso chiude la parte ufficiale della cerimonia - tra gli oratori anche il prefetto Luciana Lamorgese, il capo della polizia Franco Gabrielli e il capo della Dia milanese Antonio Nunzio Ferla - sostiene che «Milano è diventata la seconda capitale della Dia, grazie alle investigazioni fatte dalla sezione milanese: qui si svolge la lotta cruciale alle mafie, sul territorio nazionale».

Il ministro ricorda che in Lombardia, in particolare a Milano, tra le mafie che si sono radicate e infiltrate spicca la ’ndrangheta «che vive e prolifera grazie al rapporto tra la sua arcaicità e la sua modernità. La ’ndrangheta può essere modernissima per la sua arcaicità, che è un patrimonio preziosissimo». Milano sta vivendo uno straordinario momento di grande capitale europea - conclude - e si candida come punto di riferimento: vogliamo vincere questa nuova sfida facendo tutto nella massima trasparenza». Il contrasto della corruzione aiuta anche la guerra alle mafie. «Corruzione e associazione mafiosa sono due reati differenti, lo so, ma sono in rapporto tra loro: più un’istituzione è corrotta, più il suo tessuto è esposto all’infiltrazione mafioso».