
Cecilia Sala e Mohammad Abedini Najafabadi
Milano – Il materiale trovato nella valigetta dell’iraniano Mohammad Abedini Najafabadi all’aeroporto di Malpensa - nel trolley, come ha precisato il suo difensore c’erano "computer, alcuni fogli documentali commerciali, qualche sim che serve per strumenti anche personali, e cellulari" - è custodito dalla Procura di Milano che, dopo l’arresto, ha aperto un fascicolo. E ciò, come pare, in vista di una rogatoria (non ancora inoltrata) da parte degli Usa, con cui gli americani potrebbero chiedere di acquisire le copie di dispositivi dell’esperto di droni che potrebbero essere di interesse investigativo. Per ora il 38enne resta in carcere, in attesa della decisione sui domiciliari richiesti e di eventuali mosse del ministro Nordio. L’uomo, che ieri ha incontrato nel carcere di Opera il suo legale, l’avvocato Alfredo De Francesco, continua a negare un collegamento tra il suo caso e quello della giornalista Cecilia Sala, incarcerata in Iran e poi liberata.
Si dice "sollevato" per la liberazione di Cecilia Sala ma "preoccupato" per le proprie sorti in attesa dell’udienza del 15 gennaio; Stanco, "sempre più provato" e "distrutto dal punto di vista umano ed emotivo" tanto da aver deciso di spegnere la tv in cella perché sempre accostato ad azioni di guerra a ritenuto responsabile "di quei poveri ragazzi americani che sono stati uccisi". "Penso e spero che ci sarà una risposta positiva da parte della Corte sui domiciliari – ha detto l’avvocato – perché non vedo motivi concreti per poter pensare che questa persona possa scappare".
E Abedini, il presunto "uomo dei droni", respinge con forza l’accusa di supporto ai Pasdaran di Teheran. Sarà presente all’udienza, nella quale i giudici dovranno valutare se sussista o meno un concreto pericolo di fuga, e renderà una "brevissima dichiarazione spontanea" in cui "confermerà la sua disponibilità e il fatto di non voler fuggire dall’Italia". L’auspicio del legale, inoltre, è che non si proceda con l’estradizione, perché "più vado avanti nel caso, più entro nel dettaglio anche con lui - ha spiegato - e più ritengo che non ci sia effettivamente una ragione perché venga estradato".