Caso Alessandra Appiano: l’ultimo sms, poi la morte. "Vediamoci nel pomeriggio"

Le condizioni della giornalista per i medici erano buone. Il perito: "La cura era giusta, nessun segnale della tragedia". La sentenza slitta al 14 giugno

Alessandra Appiano

Alessandra Appiano

Rinviata al 14 giugno la sentenza del processo in rito abbreviato che deciderà sull’esito del rinvio a giudizio del medico psichiatra della clinica "San Raffaele-Villa Turro" che aveva in cura, per una forte depressione, la giornalista Alessandra Appiano. I legali della dottoressa indagata, in vista dell’udienza, hanno depositato una complessa perizia che illustra la valutazione fatta dalla loro assistita sugli "indicatori del suicidio", cioè gli elementi che è necessario analizzare per capire quali siano i segnali d’allarme esistenti e i rischi reali. La bella scrittrice e opinionista tv, di 59 anni, si tolse la vita nel giugno del 2018, gettandosi dall’ottavo piano di un hotel di lusso, in zona Turro. Per i periti che hanno valutato l’operato della dottoressa la diagnosi e la terapia effettuate al reparto di Villa Turro erano "corrette per qualità e posologia". Dalla lettura delle cartelle cliniche complete si registra, fra l’altro, un lieve miglioramento dei sintomi della giornalista proprio nei giorni precedenti al gesto estremo. Stando ai periti dell’indagata tutti gli indicatori per il rischio suicidiario non erano presenti ed erano stati valutati nei colloqui effettuati dai sanitari insieme alla presenza di fattori di protezione. "La paziente - si legge nelle conclusioni - non ha mai inviato segnali tipici della richiesta di aiuto che le persone manifestano prima di compiere un tale gesto". Per i periti insomma, l’operato dei medici, in particolare appunto della dottoressa indagata, è stato corretto e nulla è stato sottovalutato, considerando anche che la signora Appiano entrò in clinica di sua volontà per cercare di stare meglio.

I medici e gli infermieri che l’hanno seguita rilevano poi, come non sia tipico di pazienti con forte depressione “protestare“ per alcuni servizi interni alla clinica. Nulla faceva presagire che quella mattina la donna avrebbe spostato l’appuntamento con il marito per gettarsi dall’ultimo piano di un hotel a qualche centinaia di metri dalla clinica.

Per questo i medici acconsentirono alla donna di uscire da Villa Turro: in quel momento nulla faceva immaginare l’epilogo tragico nemmeno al marito.

La donna, invece, lo aveva già pensato e organizzato nei dettagli. Ad una amica che aveva parlato con lei, la Appiano aveva raccontato il proposito dicendo: "Ho già visto dove farlo", ma dall’amica fu interpretato come un momento acuto di malessere. La Appiano poi, la mattina del suicidio avrebbe dovuto incontrare il marito alle 9.30, gli inviò, invece, un messaggio in cui scriveva: "Ho dormito male stanotte. Vediamoci nel pomeriggio". Così la donna alle 9.30 uscì e raggiunse l’hotel per poi lanciarsi nel vuoto".

 

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