REDAZIONE MILANO

Luce, auto data alle fiamme Confermata l’ipotesi del dolo

Ha il sapore di un avvertimento l’attentato incendiario che ha distrutto un’auto in uso ai dirigenti della Luce Immobiliare, società dell’omonima famiglia di costruttori, piuttosto conosciuta nel Sud Milano, dove ha realizzato diversi complessi residenziali. Sulla natura dolosa del rogo che alle 19 di mercoledì, davanti allo stadio di via Risorgimento a San Giuliano, ha divorato un’Audi Q8 (nella foto) riconducibile al gruppo immobiliare non ci sono più dubbi. I carabinieri della compagnia di San Donato, incaricati delle indagini, considerano attendibile il racconto di un testimone, secondo il quale un motociclista si sarebbe avvicinato al veicolo e lo avrebbe cosparso di liquido infiammabile, prima di dargli fuoco. Tutto è avvenuto mentre all’interno del campo sportivo si trovava, tra gli altri, Andrea Luce, uno dei figli di Giovanni, fondatore del gruppo immobiliare e presidente del team calcistico Città di San Giuliano. Stesso copione meno di due mesi fa, il 16 aprile, quando una Maserati a sua volta riconducibile ai Luce è stata semi-distrutta da un incendio. L’auto era parcheggiata in via Checov, a San Giuliano, a pochi metri dagli uffici della società. Anche in quel caso una moto sospetta era stata vista avvicinarsi al veicolo un attimo prima che si sprigionassero le fiamme. I carabinieri hanno acquisito le immagini delle telecamere presenti nella zona di via Risorgimento. Gli occhi elettronici potrebbero aver ripreso la fuga della moto, con dettagli utili alla ricostruzione dei fatti. Le indagini si concentrano sull’attività degli imprenditori, a 360 gradi: si sta cercando di capire se la famiglia possa aver subìto, negli ultimi tempi, pressioni o richieste di denaro. Nel 2019 Giovanni Luce era stato vittima di un tentativo di estorsione da parte di tre persone, poi individuate e arrestate. I taglieggiatori pretendevano 150mila euro. La richiesta era stata accompagnata da tre incendi dolosi rispettivamente ai danni degli uffici, due camion e un container della società. Un’escalation d’intimidazioni in perfetto stile mafioso. Le indagini su quei fatti si sono chiuse all’inizio del 2020. Gli arrestati sono ora sottoposti all’obbligo di firma, nessuno di loro risiede a San Giuliano.

Alessandra Zanardi