ANNA GIORGI; NICOLA PALMA
Cronaca

L’omicidio di Jhoanna. Il corpo nel borsone e la Punto a Treviglio. Il compagno in cella

La donna uccisa in casa tra le 18.44 del 24 gennaio e le 2 del 25. L’ipotesi del depezzamento del cadavere. Ora si cerca nell’Adda.

La donna uccisa in casa tra le 18.44 del 24 gennaio e le 2 del 25. L’ipotesi del depezzamento del cadavere. Ora si cerca nell’Adda.

La donna uccisa in casa tra le 18.44 del 24 gennaio e le 2 del 25. L’ipotesi del depezzamento del cadavere. Ora si cerca nell’Adda.

di Anna Giorgi e Nicola Palma MILANO Il corpo di Jhoanna Nataly Quintanilla Valle potrebbe essere stato abbandonato tra Treviglio e Cassano d’Adda. Una zona attraversata dal fiume Adda e dal canale Muzza, il che lascia pensare che il killer, per la Procura il compagno connazionale Pablo Gonzalez Rivas, abbia gettato il cadavere in uno dei corsi d’acqua. L’area è stata individuata dagli inquirenti incrociando tabulati telefonici e dati dei varchi contatarghe: ora verrà passata al setaccio, a meno che chi ha tolto la vita alla baby-sitter decida di parlare. Resta un mistero anche per il movente del femminicidio, che potrebbe essere ricondotto a litigi (a cui avrebbero fatto cenno alcune conoscenti della donna) sull’invio di soldi in patria da parte dell’uomo, nonché di sospetti su una possibile relazione parallela; Rivas avrebbe parlato nei giorni scorsi di un possibile arrivo in Italia della ex moglie dal Centro America, da cui ha avuto due figli, anche se gli inquirenti dubitano che questa eventuale visita, peraltro non in programma, abbia innescato tensioni nella coppia.

Ieri pomeriggio, il quarantottenne, che davanti alle telecamere si è sempre mostrato sotto choc per la scomparsa della compagna, è stato convocato in Procura con l’avvocato Paola Selleri per essere interrogato, da indagato per omicidio e occultamento di cadavere: ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, anche se i suoi occhi hanno tradito sorpresa quando gli sono stati mostrati alcuni frame delle telecamere del complesso residenziale in zona Bicocca. Gli stessi frame che lo hanno inchiodato, inseriti nel fermo che lo ha portato a San Vittore in serata. Forse pensava che il sistema le avesse cancellate dopo alcuni giorni. E invece erano ancora lì quando i carabinieri della Omicidi del Nucleo investigativo, coordinati dall’aggiunto Maria Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo e guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino, le hanno acquisite. Stando a quanto raccontano i fotogrammi, la quarantenne è rientrata a casa alle 18.44 del 24 gennaio, un’ora mezza dopo il compagno. Alle 0.39 ha inviato l’ultimo sms a un’amica: era viva in quel momento o lo ha scritto qualcun altro per lei?

Poco prima delle 2 del 25, l’occhio elettronico che punta sull’unica porta d’accesso al monolocale al piano terra ha ripreso Rivas che usciva per salire nei box, tornando poco dopo con un borsone da palestra vuoto. Poco prima delle 3, l’uomo è uscito di casa, stavolta trascinando lo stesso borsone, talmente pesante da costringerlo a una breve sosta nel tragitto di pochi metri per arrivare alla macchina; lì avrebbe caricato il corpo sui sedili posteriori della Punto, per poi salire in auto e riportarla all’interno del box. Le dimensioni del borsone fanno pensare che Rivas abbia depezzato il corpo, ma bisognerà aspettare il sopralluogo nell’abitazione della prossima settimana e gli esiti del luminol per avere certezze. Il quarantottenne avrebbe atteso il tardo pomeriggio per spostare il corpo: è partito alle 18.45 da piazza dei Daini 4/2. La macchina è rispuntata all’ingresso del condominio circa tre ore dopo, alle 21.45. Da quel momento, il quarantottenne, che di mestiere fa l’operaio manutentore per una ditta specializzata in lavori stradali, ha ripreso la sua vita come se niente fosse. Fino al 28 gennaio, quando la telefonata allarmata al 112 di una dottoressa, che aveva assunto Jhoanna come baby-sitter e che aveva provato più volte a contattarla al telefono senza esito, ha innescato un primo sopralluogo delle forze dell’ordine, che non ha riscontrato anomalie macroscopiche. Solo tre giorni dopo, Rivas si è deciso a recarsi alla caserma della stazione Musocco per formalizzare una denuncia per allontanamento volontario. Le sue contraddizioni hanno retto una settimana.