Loggia Ungheria, ammesse al processo una quarantina di parti civili

Piero Amara e il suo ex collaboratore Giuseppe Calafiore sono imputati per calunnia e autocalunnia

Tra le persone 'calunniate' anche l'ex ministro Paola Severino

Tra le persone 'calunniate' anche l'ex ministro Paola Severino

Milano – Sono una quarantina le parti civili, tra cui l'ex ministra Paola Severino e gli ex vicepresidenti del Csm Giovanni Legnini e Michele Vietti, ammesse all'udienza preliminare in corso a Milano in quanto indicate come affiliate a una presunta loggia segreta chiamata Ungheria da Piero Amara e dal suo ex collaboratore Giuseppe Calafiore ora imputati il primo per calunnia e il secondo per autocalunnia.

A deciderlo è stato il gup Guido Salvini il quale, dopo aver riunito la posizione dei due, ha rigettato la richiesta della difesa di Calafiore, oggi presente in aula, di escludere tutte le parti civili in relazione al reato contestato al suo assistito. Per il giudice, che ha condiviso le osservazioni della Procura e dei legali delle persone calunniate, le dichiarazioni autoaccusatorie rese dall'ex braccio destro di Amara “sono prospettabili come un contributo al danno 'esteso’ subito dalle parti offese, con particolare riferimento all'evidente danno di immagine”. Sempre i legali di Calafiore hanno sollevato una questione di competenza territoriale facendo risalire la commissione del reato all'epoca in cui, come è scritto nei verbali degli interrogatori resi ai pm milanesi tra dicembre 2019 e gennaio 2020 e dei quali sono state incamerate le trascrizioni integrali, è stata attribuita la non veritiera appartenenza alla mai esistita associazione segreta. Cosa che ha portato i difensori a eccepire l'incompetenza funzionale e a chiedere il trasferimento a Brescia, o la remissione della questione alla Cassazione, in quanto tra le parti lese c'è anche Livia Pomodoro, l'ex presidente del Tribunale milanese che però ha rinunciato alla costituzione.

Il gup si è riservato di esprimersi sulla eccezione e ha rinviato l'udienza al prossimo 27 ottobre, giorno in cui dovrà discutere la Procura ed eventualmente modulare l'intervento qualora ci fosse richiesta di accedere a riti alternativi. In origine le persone calunniate, tra esponenti della politica, della magistratura, delle forze dell'ordine e dell'imprenditoria, erano 65. Alla scorsa udienza parecchie sono state le rinunce - anche quella della famiglia di Silvio Berlusconi -, e quindi il numero è sceso a circa 40: tra queste ci sono l'allora generale della Gdf e ora presidente di Eni Giuseppe Zafarana e il generale di Corpo d'Armata, attualmente capo di gabinetto del ministro della difesa Tullio Del Sette e il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo.