Eni e la "loggia Ungheria". Mezza Procura davanti al Csm

Vertici degli uffici giudiziari e pm convocati a Roma per due giorni di audizioni. Nuovo capitolo nello scontro innescato dalla gestione dei procedimenti

Piercamillo Davigo, ex membro togato del Consiglio superiore della magistratura

Piercamillo Davigo, ex membro togato del Consiglio superiore della magistratura

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Milano - Una nuova mossa, dai contorni inediti, si inserisce nello scontro negli uffici giudiziari milanesi innescati dalla gestione dei procedimenti Eni-Nigeria e “falso complotto Eni“ e del caso dei verbali dell’avvocato pluri indagato Piero Amara sulla presunta loggia Ungheria, in grado di condizionare toghe e apparati dello Stato. Il Csm ha convocato infatti quasi tutti i magistrati di Milano che direttamente o indirettamente hanno avuto a che fare con le indagini e i processi che riguardano Eni.

Dopo la Procura di Brescia che sta indagando su due fronti, il ministero della Giustizia e il pg della Cassazione Giovanni Salvi, anche Palazzo dei Marescialli ha avviato un’attività di vigilanza che ora entra nel vivo per verificare se si siano determinate situazioni di incompatibilità ambientale o funzionale negli uffici giudiziari milanesi sulle vicende che hanno coinvolto la compagnia petrolifera, a partire dal caso Nigeria per passare al cosiddetto "falso complotto" e arrivare al caso dei verbali di Piero Amara sulla presunta loggia Ungheria.

In questi giorni dal Consiglio Superiore della Magistratura stanno arrivando le convocazioni di quasi tutti i procuratori aggiunti, di alcuni pm, del Presidente del Tribunale Roberto Bichi e del giudice Marco Tremolada, che ha presieduto il collegio che il 17 marzo ha assolto tutti gli imputati sulla "non provata" maxitangente per il giacimento Opl245. Alla due giorni di audizioni del 26 e 27 luglio sono stati chiamati gli aggiunti Letizia Mannella, Tiziana Siciliano, Maurizio Romanelli, Eugenio Fusco e Laura Pedio.

Non si esclude che possano essere sentiti anche Riccardo Targetti (crisi di impresa) e Alessandra Dolci (Dda) e a chiudere il cerchio il procuratore Francesco Greco. Al momento, nessuna convocazione per Fabio De Pasquale, coordinatore del dipartimento affari internazionali e assegnatario assieme al pm Sergio Spadaro del fascicolo Eni/Shell-Nigeria. Entrambi sono indagati per rifiuto di atti di ufficio per non aver depositato alle difese alcuni atti che avrebbero fatto franare le dichiarazioni accusatorie. Tra coloro che si presenteranno davanti alla prima commissione del Csm ci sono i nomi dei pm Gaetano Ruta e Donata Costa, la loro collega Francesca Crup e Alberto Nobili, responsabile dell’antiterrorismo. Insomma, quella della prossima settimana sarà una istruttoria serrata che potrebbe riguardare pure la gestione di altri fascicoli in aggiunta a quelli con al centro il gruppo di San Donato, che sono diventati terreno di scontro. Scontro sul quale sta cercando di far luce il procuratore bresciano Francesco Prete, che da un lato ha indagato De Pasquale e Spadaro, e dall’altra ha iscritto per rivelazione del segreto d’ufficio il pm Paolo Storari e l’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo per la vicenda dei verbali di Amara.  

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