Lobby nera e presunto finanziamento a FdI, indagine archiviata: non ci sono riscontri

Il gip ha accolto la richiesta della Procura per l’inchiesta che vedeva indagati anche l’eurodeputato Carlo Fidanza e il “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini

Da sinistra Carlo Fidanza, Chiara Valcepina e Roberto Jonghi Lavarini

Da sinistra Carlo Fidanza, Chiara Valcepina e Roberto Jonghi Lavarini

Milano, 7 febbraio 2024 - Nessuna "lobby nera" in Lombardia, mancano riscontri per la Procura per “sostenere l’accusa in giudizio” dell’indagine nata dal servizio giornalistico di Fanpage, svolta con un cronista "inflltrato", su presunti fondi per la campagna elettorale di Fratelli d'Italia per le amministrative milanesi dell'ottobre 2021. Magari, secondo il restano dei sospetti ma nulla nell'indagine della Gdf conferma quanto emerso dal video.

Archiviazione per Fidanza e Roberto Jonghi Lavarini

Il gip di Milano Alessandra Di Fazio, infatti, ha disposto l'archiviazione, come chiesto dalla Procura, dell'inchiesta per finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio a carico, tra gli altri, dell'eurodeputato di Fdi Carlo Fidanza. Un fascicolo che era a carico di otto persone, tra cui anche l'eurodeputato della Lega Angelo Ciocca, il consigliere lombardo del Comitato Nord Massimiliano Bastoni, la consigliera comunale milanese di Fratelli d'Italia Chiara Valcepina e Roberto Jonghi Lavarini, detto "il barone nero".

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Il pm e la GdF

Tutti archiviati dal giudice, che ha accolto la tesi del pm Giovanni Polizzi. "Pur essendo emersi elementi che inducono il sospetto del ricorso a finanziamenti illeciti", aveva scritto il pm, tra cui "le affermazioni", nei video di Fanpage, di Fidanza e Roberto Jonghi Lavarini, "e la consegna della valigia che avrebbe dovuto contenere il denaro", ossia il noto caso del trolley (dentro c'erano copie della Costituzione e libri sull'Olocausto), "le risultanze" dell'inchiesta "non hanno restituito riscontri convergenti e concludenti" per "sostenere l'accusa in giudizio". All'esito degli accertamenti della Gdf, aveva segnalato la Procura nell'istanza di archiviazione del gennaio 2023, "bisogna concludere nel senso dell'insussistenza delle ipotesi di reato formulate, perché dalle indagini svolte non sono emersi elementi in grado di confermare quanto emerso dai video".

Il gip

Stesse conclusioni a cui è arrivato il gip. Le affermazioni di Fidanza e Jonghi nei video dell'indagine giornalistica, spiega ancora il pm, "sul sistema di riciclaggio e illecito finanziamento ai partiti" non hanno "trovato riscontro nelle indagini svolte sull'attività del commercialista" Mauro Rotunno, anche lui indagato e ora archiviato e che, "a dire dei due, avrebbe dovuto avere un ruolo chiave".

Piazza Pulita e il trolley

Parrebbe, scrive il pm, "trattarsi di un progetto futuro rimasto ancora in fase iniziale nel momento in cui sono subentrate le indagini". Non sono emerse, poi, "operazioni sospette, che possano far pensare a denaro destinato ai conti delle campagne elettorali". E' sembrata, però, scriveva il pm, "verosimile una cancellazione di messaggi in seguito alla diffusione della notizia nell'ambito della trasmissione 'Piazzapulita'", che mandò in onda i video dell'inchiesta giornalistica. Sul caso del trolley, poi, viene spiegato che è tecnicamente un "reato impossibile", poiché il denaro in quella valigetta non ci sarebbe mai stato "perché non era nell'intenzione del giornalista finanziare effettivamente le campagne elettorali", ma era tutta una "messa in scena". Tra gli indagati archiviati anche Lali Panchulidze, presidente dell'Associazione culturale internazionale ecumenica cristiana Italia Georgia Eurasia e Riccardo Colato, esponente di Lealtà Azione.