Lobby nera, Jonghi Lavarini: nessuno faccia finta di non conoscermi

Il Barone nero, nella bufera per presunti finanziamenti “black”, avverte FdI e Lega e aggiunge: "il 5% della destra radicale fanno gola"

L’europarlamentare autosospeso di FdI Carlo Fidanza, la candidata alle Comunali Chiara Va

L’europarlamentare autosospeso di FdI Carlo Fidanza, la candidata alle Comunali Chiara Va

Milano, 3 ottobre 2021 - Un lungo sfogo , affidato a una serie di post su Instagram. Roberto Jonghi Lavarini, il “Barone nero’’ della destra milanese, prova a difendersi dopo la videoinchiesta di Fanpage , andata in onda giovedì sera durante il programma Piazzapulita su La7, in cui è apparso con l’europarlamentare di FdI Carlo Fidanza, che si è autosospeso dal partito della Meloni, mentre discuteva di presunti finanziamenti in nero con un dipendente di una società finanziaria di consulenza internazionale, che in realtà era un giornalista di Fanpage infiltrato, Salvatore Garzillo. I presunti finanziamenti riguardavano la campagna elettorale della candidata di FdI alle Comunali Chiara Valcepina. In altre immagini, inoltre, si sente Jonghi Lavarini fare battute a sfondo antisemita e razzista. Il “Barone nero’’ finisce nella bufera, mentre la Procura di Milano ha aperto un fascicolo (contro ignoti) su presunti finanziamenti illeciti e riciclaggio di denaro, ma non ci sta ad avere il ruolo del capro espiatorio. Il primo post di Jonghi che prendiamo in esame, il più politico, non a caso si riferisce a tutti coloro che lo hanno indicato come un corpo estraneo o una sorta di scheggia impazzita nella destra milanese, un esponente senza legami organici né con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni né con la Lega di Matteo Salvini. Il “Barone nero’’, 49 anni, una lunga militanza nel neofascismo milanese che gli è costata anche una condanna a due anni per apologia del fascismo, scrive un post corredato da una doppia foto in cui viene ritratto prima con la Meloni e poi con Salvini: "Sono assolutamente indipendente e apartitico ma nessuno faccia finta di non conoscermi o, peggio, si permetta di offendere gratuitamente me e la comunità di veri patrioti che, mio malgrado, in questo frangente, ho l’onore e onere di rappresentare – scrive Jonghi Lavarini nel post –. Il 5% di voti della “destra radicale” fa gola a tutti ed è indispensabile per vincere qualunque sfida bipolare, nei comuni e nelle regioni, come alle elezioni politiche". Chi vuole intendere, intenda. Il secondo post del “Barone nero’’, invece, si riferisce più direttamente agli amici e ai "camerati" milanesi: "I veri amici e i veri uomini si vedono quando la nave è in tempesta e rischia di finire contro gli scogli, c’è chi aiuta e c’è chi scappa. Quando la tempesta finirà, tornato il sereno, sarò più forte di prima, riconoscente con i primi e spietato con i secondi". Il terzo post di Jonghi, infine, preannucia una controffensiva legale: "Ho dato pieno mandato ai miei legali a tutela della mia onorabilità e dei miei interessi. Stiamo raccogliendo il lungo elenco di chi sarà denunciato, penalmente e civilmente, per diffamazione aggravata a mezzo stampa e minacce sui social. I soldi raccolti come rimborso danni saranno interamente dati in beneficenza. Già oggi sono partite le prime denunce alla Polizia Postale e ai Carabinieri". Il quarto e ultimo post, invece, è lapidario: "Silenzio stampa".

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