GIULIA BONEZZI
Cronaca

Liste d’attesa, Regione chiama i Nas. Fontana: nostro impegno disumano ma le prescrizioni crescono di più

Al via una collaborazione coi carabinieri per indagare su agende aperte, rispetto dei tempi e intramoenia "È chiaro che qualcosa non funziona". 5 Stelle e Pd: si è arreso. La Fimmg: colpa degli specialisti.

Il governatore Attilio Fontana col generale Raffaele Covetti, comandante dei Nas

Il governatore Attilio Fontana col generale Raffaele Covetti, comandante dei Nas

Milano, 6 maggio 2025 -"Noi stiamo mettendo un impegno disumano", "continuiamo ad aumentare l’erogazione di prestazioni ma" le liste d’attesa per visite ed esami del servizio sanitario pubblico lombardo "non si abbattono, anzi rischiano di aumentare", perché "la domanda aumenta ancor più vertiginosamente", ammette il presidente della Regione Attilio Fontana. Che ha quindi deciso di chiamare i carabinieri: la Lombardia ieri è stata la "prima Regione" a firmare un protocollo d’intesa col Comando per la Tutela della salute (i Nas) per collaborare in "attività di controllo finalizzate al contenimento dei tempi di attesa" del Ssn. È un’idea cui lavora da tempo, rivendica l’assessore al Welfare Guido Bertolaso, ribadendo che le polemiche tra Governo e Regioni sulle liste d’attesa si riferiscono a "situazioni che non ci appartengono" e quello con i Nas, "che dipendono dal ministero della Salute", sarà "un gioco di squadra, non abbiamo timore e non vogliamo nascondere alcunché. Nei primi mesi del 2025 abbiamo sensibilmente migliorato l’erogazione".

Le prestazioni 

Sull’ambulatoriale, nel primo trimestre di quest’anno, sono state fatte quasi 25.500 prestazioni di primo accesso più dello stesso periodo 2024 tra del piano nazionale anti liste d’attesa, con un aumento del 4,4%. E però anche l’anno scorso, di prestazioni-target, il servizio pubblico lombardo ne aveva erogate circa 260 mila più del precedente, con un aumento del 2,5% rispetto al 2023. Il problema è che contemporaneamente le prescrizioni sono aumentate del 9%; le con ricette dematerializzate (digitali, che teoricamente un medico di base può distribuire senza che un paziente metta piede in studio) in Lombardia sono cresciute da quasi 34 milioni 268 mila nel 2023 a quasi 38 milioni, un incremento dell’11%; quelle per le prestazioni più critiche da 5,1 a 5,6 milioni nel 2024 (+9,2%, appunto). L’anno scorso "nel territorio dell’Ats Milano, abitato da 3,2 milioni di persone, sono state erogate 62 milioni di prestazioni ambulatoriali – osserva Fontana –. Dobbiamo capire se sia una cittadinanza molto malata o vengano fatte magari richieste inappropriate, eccessive. Interrogarci, è chiaro che qualche meccanismo non funziona".Così il governatore ha coinvolto gli investigatori del Nas come "organismo terzo".

La polemica dell’opposizione

Scatenando l’opposizione al Pirellone: "Fontana alza bandiera bianca e si auto-commissaria", attacca il capogruppo grillino Nicola Di Marco, seguito da Pierfrancesco Majorino e Carlo Borghetti del Pd: "I carabinieri dovrebbero mandarseli in Giunta per beccare chi fa il furbo e scoperchiare un sistema che premia i grandi gruppi privati". In realtà i Nas, ricorda il generale di brigata Raffaele Covetti che li comanda tutti, erano stati già ingaggiati dal ministro Orazio Schillaci a livello nazionale nei controlli anti-liste d’attesa: "Abbiamo appena concluso la seconda campagna con circa tremila ispezioni, siamo lieti di mettere questa esperienza a disposizione delle Regioni".

Quali verifiche saranno fatte

Nella collaborazione con la Lombardia le verifiche riguarderanno l’obbligo di tenere aperte le agende, l’osservanza delle regole sull’intramoenia (la libera professione dei medici nel servizio pubblico), delle indicazioni sull’uso delle ricette dematerializzate e l’eventuale iper-prescrizione di specialisti ambulatoriali e medici di base, la gestione corretta delle liste d’attesa anche per i ricoveri "senza salti o favoritismi. Invitiamo i cittadini a segnalare le anomalie", aggiunge il tenente colonnello Salvatore Pignatelli, comandante del Nas di Milano, sottolineando che i controlli riguarderanno "sia le strutture pubbliche che le private accreditate" e gli investigatori si muoveranno "anche con le autorità sanitarie" che potranno "intervenire più rapidamente con correttivi" perché, al netto di violazioni "che possono configurare reati", il complesso problema delle liste d’attesa, "condizionato dalla carenza di medici, a volte risente anche di disorganizzazioni".

La posizione del sindacato dei medici di base Fimmg

Intanto la Fimmg, sindacato dei medici di base boccia subito l’idea di coinvolgere i Nas e sul tema dell’appropriatezza delle prescrizioni corre a scaricare sugli specialisti: "È risaputo che l’aumento dell’offerta spesso droga la domanda - tuona la segretaria milanese Anna Pozzi –. L’eccesso di richieste di cittadini che si aspettano dal pubblico le troppe prestazioni scaturite da una prima visita privata inonda le segreterie dei medici di famiglia".