
Piero
Lotito
Un forte botto sotto casa. Poi, rumore di serrande e gente che si affaccia a guardare che cosa è successo. È l’ennesimo incidente, la consueta carambola a uno dei quattro incroci del caseggiato. Una volta tocca all’uno, una volta all’altro. Accorrono le ambulanze (spesso anche i vigili del fuoco, per aprire le portiere serrate dall’urto e liberare i feriti). Scene di ordinaria e quotidiana tragedia che si svolgono soprattutto in periferia, dove le strade sono più sgombre e invitano a velocità e imprudenze più elevate. I vigili sono normalmente gli ultimi a presentarsi sul luogo dello scontro. Interrogano, rilevano distanze e posizioni, valutano eventuali segni di frenata, prendono nota dei danni riportati dai veicoli. Poi, dopo pochi minuti o qualche ora, lasciano tracce di gesso sull’asfalto e vanno via, mentre capannelli di curiosi si scambiano osservazioni, congetture, domande. "È incredibile, c’è lo stop e non viene rispettato!", "Vanno troppo veloci, corrono come matti!", "Basterebbe un dosso a cinquanta metri, farebbe rallentare ed eviterebbe sciagure come questa!". Tutti a dirsi che i vigili sicuramente (diligentemente, anzi) proporranno nel loro rapporto qualche rimedio per evitare che in futuro, a quell’incroco, si ripetano incidenti come il disastroso appena archiviato. Già, archiviato. Il tempo passa e in quel crocicchio nulla cambia: non si vedono dossi (la provincia ne è piena, in qualsiasi piccolo centro sono installati nelle strade più pericolose e funzionano egregiamente) né altri provvedimenti (impedire la sosta entro i famosi 8 metri dall’incrocio, per esempio, perché negli angoli a 90 gradi anche i più scrupolosi faticano a vedere chi sopraggiunge). Niente di niente, il Comune fa orecchie da mercante: i suoi vigili, inviati speciali sempre meno speciali, non usano la diligenza che i cittadini si aspetterebbero nel vederli muniti di gesso, paletta e rollina contametri. Così, i residenti del Municipio 9 stanno compilando una petizione per chiedere dossi, specchi concavi e dissuasori di parcheggio per i quattro incroci maledetti tra via Cufra, via Sarzana, via Taormina, via Airolo. Chiedono insomma quanto andrebbe fatto d’ufficio.