
Il limite di 30 km/h in via Ripamonti
Milano, 13 gennaio 2016 - «Dopo quasi 30 anni, via Ripamonti è stata ampliata. Un ottimo lavoro. Ma perché il limite di velocità è a 30 chilometri orari?». Lo domanda Vittorio Lo Calzo, 76enne, residente nel quartiere, che non si spiega come mai in questa arteria trafficatissima, punto di ingresso in città, su cui si affaccia anche lo Ieo, Istituto europeo oncologico, i cartelli vietino di superare i 30 all’ora. «Una follia – dice –, ho anche provato a rispettare il limite ma per me è impossibile. Soprattutto ora che la carreggiata è stata raddoppiata, si scorre che è una meraviglia». Il tratto interessato è quello più periferico: superata via Virgilio Ferrari e oltrepassato lo spiazzo col capolinea di tram e bus, comincia il viaggio del signor Lo Calzo. I cartelli spuntano accanto alla corsia: il limite è proprio di 30 all’ora. Un mistero.
Ma c'è una risposta. Il fatto è che i lavori per ampliare la carreggiata sono ancora in corso: anche se non spuntano barriere né ostacoli sulle corsie, le ruspe non hanno smesso di lavorare. Si vedono in azione sullo spartitraffico per gli ultimi ritocchi. E i cartelli coi limiti di velocità spariranno insieme a loro. Non prima. Lo conferma Palazzo Marino: il limite dei 30 è provvisorio e connesso al cantiere Ripamonti. Da ultimare, ci sono operazioni di rifinitura e la piantumazione di alcuni alberi. Il tratto a 30 all’ora è legato alla presenza del cantiere. A ultimazione ufficiale dei lavori verrà ripristinato il limite dei 50. «Meno male – dice il signor Lo Calzo –, cominciavo a pensare che volessero istituire una Zona 30 permanente. Qui sarebbe stata un’assurdità».
Ma è dura tenere il “passo dei 30” sulla doppia corsia, su un rettilineo libero, anche solo per poche settimane. Seguiamo il 76enne nel suo viaggio: imbocca l’ultimo tratto di via Ripamonti immettendosi da via Virgilio Ferrari e già da subito cerca di non schiacciare l’acceleratore più del consentito. Le auto accanto lo superano, ma anche furgoncini e mezzi pesanti. «Anche a volermi sforzare, ora che la strada è libera non riesco ad andare a meno di 40, 45. La macchina non ce la fa», sottolinea il cittadino. Arrivato alla rotonda a ridosso di via Quintosole, torna indietro. Anche dall’altro lato spuntano gli stessi cartelli: vietato superare i 30 chilometri orari. «Quando vado troppo lento, c’è chi suona il clacson per poter passare. Nessuno, ora che la strada ha il doppio delle corsie, rispetta questo limite. E il rischio è anche che, in caso di incidente, l’assicurazione non risarcisca l’automobilista che supera i 30 all’ora. Per via dei cartelli». E non è l’unico a pensarla così. Nel quartiere, a ridosso del capolinea del tram, sono in tanti a domandarsi perché quella segnaletica non sia ancora stata sostituita. Una questione di sicurezza, spiegano dal Comune, appunto perché i lavori di restyling non sono stati ultimati.
E il dibattito scivola inevitabilmente sul vademecum messo a punto da governo, presidenti di Regione e Anci per far fronte alle giornate di “emergenza smog”: se il limite dei livelli di polveri sottili viene superato per 7 giorni consecutivi, le amministrazioni possono decidere di limitare la velocità di circolazione a 30 chilometri nei centri urbani, si legge tra le proposte. La speranza è che «questa misura – conclude Lo Calzo – non venga mai applicata in strade trafficate e ad alto scorrimento. Penso a via Ripamonti ma anche alla circonvallazione». Queste arterie dovrebbero essere escluse a priori.