
di Laura Lana
Nella settimana santa arriva la comunicazione di licenziamento a una mamma di tre bambine. È successo alla Atlas Copco Blm, azienda che produce strumenti e software per il controllo qualità con circa 120 addetti in via Guglielmo Pepe. Ieri in segno di solidarietà i lavoratori di Paderno hanno scioperato in massa "affinché situazioni come queste non capitino più". Durante la giornata anche la Rsu Hyster Yale Masate ha espresso sostegno ed "enorme sdegno e diamo disponibilità per essere ai vostri cancelli".
Il venerdì di Pasqua l’azienda ha consegnato un preavviso di licenziamento alla dipendente, donna monoreddito con tre figlie minori, che è assunta con un contratto part-time. "Un provvedimento arrivato all’improvviso per una presunta riorganizzazione senza che siano stati trovate soluzioni alternative in azienda – spiega la Fiom Cgil –. Alla faccia della multinazionale svedese tanto attenta al benessere delle sue risorse umane". La dipendente sarebbe stata allontanata immediatamente dal suo ufficio.
"Motivo dell’annunciato licenziamento: una riorganizzazione aziendale. Una riorganizzazione secondo la quale una lavoratrice part-time, monoreddito e con tre figlie minori a carico è di troppo", denuncia la Fiom-Cgil, che dopo un’assemblea dei lavoratori che ha deciso lo sciopero, ha chiesto ufficialmente alla multinazionale il ritiro del provvedimento.
Una misura drastica e secondo i sindacati non giustificata, che desta ora preoccupazione sul futuro e sulla tenuta occupazionale. "Questa mattina (ieri, ndr) in un meeting prima dello sciopero, l’azienda ha mostrato ai lavoratori una slide sulla riorganizzazione – rivelano i sindacalisti –. Tra l’altro il documento dice che la decisione è stata ‘molto difficile ma estremamente importante per la nostra attività e la nostra azienda nel lungo periodo. Tutte le persone impattate da questa riorganizzazione saranno supportate da Atlas Copco nel miglior modo possibile’. Un motivo in più per scioperare".