L’ex Brenta, transennata eppure accessibile

Viaggio nella fabbrica cerrese dov’è stato ritrovato il cadavere carbonizzato di un uomo: al centro di risse, spaccio e regolamenti di conti

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di Christian Sormani

In attesa dell’esito della prova del Dna effettuata sul cadavere dell’uomo trovato carbonizzato, i carabinieri vogliono ricostruire la dinamica del trasporto del corpo della vittima nell’ex Brenta di Cerro Maggiore. Quella che sembra essere a tutti gli effetti una esecuzione, con tutta probabilità, doveva servire anche da monito nell’ambiente della criminalità di zona. Se infatti il corpo dell’uomo doveva in qualche modo sparire dalla circolazione, c’erano sicuramente zone più nascoste dove poterlo fare.

Nel Comune di Cerro esistono cave e terreni diversi dove il cadavere, una volta occultato, sarebbe stato nascosto per anni, forse per sempre. Invece si è scelta una azienda dismessa a fianco dell’autostrada. L’ex Brenta, fabbrica di precompressi ormai chiusa almeno da una ventina di anni, sorge su via Benedetto Croce, in un quartiere formato da villette e abbastanza in vista tanto che qualcuno, giorni fa, vedendo del fuoco all’interno dei capannoni, aveva scattato alcune fotografie e ci sarebbe anche un video dell’esatto momento in cui gli assassini davano fuoco al cadavere dell’uomo che, secondo l’autopsia effettuata a Pavia, era già giunto morto in zona probabilmente avvolto da un sacco. Per entrare dentro la ex ditta c’è un solo ingresso aperto lungo il perimetro che permetterebbe di poter agevolmente raggiungere i capannoni, peraltro aperti. Una catena con tanto di lucchetto invece chiude l’ingresso principale del sito.

L’entrata è poco più in là, una trentina di metri indietro sempre su via Benedetto Croce che passa proprio di fianco all’autostrada. Si cerca quindi di risalire ad eventuali video girati in zona da telecamere di sorveglianza nel momento in cui qualche residente aveva scattato le fotografie del rogo. Video che potrebbero aver inquadrato l’auto o il furgone usato dagli assassini, sicuramente più di una persona essendo stato il cadavere portato all’interno per essere poi dato alle fiamme. Una serie di indizi quindi, che potrebbero aprire novità nelle indagini, anche se la chiave potrebbe essere l’analisi del dna da confrontare con la banca dati.

A scoprire il corpo dell’uomo erano stati alcuni ragazzi alla ricerca di un sito dove effettuare alcuni video musicali da caricare sulle piattaforme social. I residenti spiegano che ogni tanto in zona entrano ragazzini spinti dalla curiosità o graffitari che si esercitano sui muri dell’azienda. In questo caso quindi scoprire il corpo, peraltro non occultato, sarebbe stato questione di tempo. Secondo indiscrezioni sarebbero passati soltanto pochi giorni dal ritrovamento rispetto alla morte della vittima.

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