L’evasione cresce e si fa poco per contrastarla

Achille

Colombo Clerici*

Secondo Ader-Agenzia delle Entrate Riscossione, le imposte non pagate da circa 16 milioni di italiani hanno sfondato quota 1.100 miliardi di euro, che equivalgono al 41 % del debito pubblico del Paese. Importo che corrisponde ad un totale di 21 anni e 4 mesi di debiti iscritti a ruolo non recuperati e in continua crescita: ogni anno si registrano 70 miliardi di crediti da riscuotere, ma vengono effettivamente pagati meno di 10 miliardi. Attualmente ci sono circa 130-140 milioni di cartelle che gli 8.000 dipendenti dell’AdER non sono ovviamente in grado di gestire. Sta in queste cifre la situazione in cui versa l’esattore nazionale, come ha spiegato il direttore Ernesto Maria Ruffini rispondendo alle domande dei parlamentari della commissione sul Federalismo fiscale: numeri monstre per i quali Ruffini sollecita un intervento legislativo. Non sono bastati gli interventi di rottamazione o saldo e stralcio a migliorare il conto delle imposte recuperate. Lo stock dell’arretrato è difficile da gestire, anche considerando i crediti che annualmente arricchiscono il conto. Il tema dei crediti fiscali non riscossi e del magazzino AdER in continua crescita è stato posto all’attenzione del Parlamento fin dal 2015. La sospensione delle attività di riscossione nel corso del periodo di emergenza Covid, unita all’accorpamento di Riscossione Sicilia nell’AdER dallo scorso mese di ottobre – un caso unico al mondo, ha detto Ruffini, nessuno tiene un magazzino di crediti da 22 anni - ha contribuito all’incremento del conto dei debiti fiscali da riscuotere. Anche il contributo dei Comuni alle attività di contrasto all’evasione è stato inferiore alle attese. Esso si sostanzia nella trasmissione di segnalazioni qualificate agli Uffici dell’Amministrazione, sulla base delle situazioni di anomalia riscontrate. Ma hanno collaborato solo 1.153 Comuni (sui circa 8.000 Comuni italiani) che hanno portato alla riscossione di circa 139 milioni di euro. Non è sufficiente. La legge di bilancio 2021 istituisce un Fondo con una dotazione di 8 miliardi di euro per l’anno 2022 e 7 miliardi di euro a decorrere dall’anno 2023 per interventi di riforma del sistema fiscale. Due le possibili scelte: aumentare o potenziare i poteri di riscossione, o intervenire sul magazzino. Due vie opposte, ma forse non alternative. *Presidente Assoedilizia

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