SERENA CURCI
Cronaca

Lettere tra nonni e nipoti “di penna“: "Tra le righe, l’amore per la vita"

Oltre 300 amicizie di ospiti delle Rsa e giovani disposti a leggere e capire. Per arricchirsi reciprocamente

Oltre 300 amicizie di ospiti delle Rsa e giovani disposti a leggere e capire. Per arricchirsi reciprocamente

Oltre 300 amicizie di ospiti delle Rsa e giovani disposti a leggere e capire. Per arricchirsi reciprocamente

"Sono Giuseppina, ho 83 anni e vivo a Bergamo. Non ho figli e vorrei trovare qualcuno con cui condividere la mia passione più grande: viaggiare per il mondo". E Giuseppina, per gli amici Pinuccia, grazie alla onlus comasca “Un sorriso in più” è riuscita a coronare il suo sogno: l’associazione, infatti, da tre anni ha dato vita a “Nipoti di penna”, un progetto che permette a giovani e anziani sconosciuti di scambiarsi lettere e creare nuovi legami di amicizia a distanza. Un proposito per cancellare le differenze generazionali e abbattere la solitudine che, in molti casi, colpisce in egual modo gli anziani ospiti nelle case di riposo e i giovanissimi. In poco tempo Giuseppina ha trovato la sua nipote di penna, la 32enne Francesca: "Da settimane aspettavo il messaggio di una persona dolce come Pinuccia. Anche io amo viaggiare e a breve partirò per la Lapponia: non vedo l’ora di raccontarle la mia esperienza".

E così, con poche semplici righe, la distanza anagrafica viene spazzata via, diventando solo un numero: "Ciò che sorprende sempre è come la corrispondenza nasca tra due sconosciuti che, scambiandosi lettere, si scoprono simili, anime gemelle", racconta Laura Bricola, responsabile del progetto.

Bricola, come funziona “Nipoti di penna”?

"Le case di riposo pubblicano le richieste di amicizia dei loro ospiti sulla nostra piattaforma; poche righe in cui gli anziani si descrivono, parlando delle loro passioni e desideri. Il mercoledì alle 18 rendiamo visibili questi messaggi, così che i papabili ‘nipoti di penna’ possano rendersi disponibili. Poco dopo le Rsa contatteranno i giovani per un piccolo colloquio conoscitivo. La corrispondenza coinvolge sempre una terza persona: un educatore con il compito di vegliare sullo scambio di lettere e tutelare l’anziano".

Quanto successo sta avendo questo progetto?

"‘Nipoti di penna’ coinvolge 17 regioni italiane e 150 case di riposo. Negli ultimi tre anni, grazie a questo scambio di lettere, sono nate oltre 300 amicizie".

Cosa spinge anziani e giovani sconosciuti a scambiarsi delle lettere?

"Per molti anziani questo è un modo per lasciare una traccia di sé: sono consapevoli di avere un bagaglio di vita carico di aneddoti e conoscenze e sperano di trovare qualcuno con cui condividerlo. Per i più giovani, invece, è un’occasione per far conoscere il loro mondo ed essere ascoltati per davvero, ma è anche un modo per entrare in contatto con uomini e donne che hanno vissuto la Storia".

Com’è per i più giovani, ormai digitalizzati, tornare a scrivere delle lettere a mano?

"Questi ragazzi hanno riscoperto un modo di comunicare più lento, lontano dalla frenesia che scandisce la nostra quotidianità. Inoltre, l’attesa della risposta, benché sia lunga e distante dalle logiche “mordi e fuggi“ tipiche delle chat, rafforza ancora di più i legami tra gli anziani e i loro nipoti di penna".

Per molti anziani le festività natalizie coincidono con un periodo di profonda solitudine: è un aspetto che emerge leggendo le richieste di amicizia di questo mese?

"Tra le righe dei loro messaggi si legge il desiderio di ritrovare le abitudini e le tradizioni del proprio passato. Nonostante molti di loro si trovino bene nelle case di riposo, la nostalgia non li abbandona: la memoria, quasi in automatico, li porta a cercare le persone che un tempo facevano parte della loro vita e che ora non ci sono più".

Quale storia l’ha colpita di più?

"Una ragazza di 20 anni ha iniziato una corrispondenza epistolare con una signora di 80 e le due hanno cominciato a parlare di gossip e musica pop. La giovane è rimasta molto sorpresa perché si è rapportata con una persona poco giudicante e molto aperta ai cambiamenti e alle tendenze di oggi. Questo è un messaggio importante: gli anziani non sono cristallizzati nel passato, ma molti di loro hanno lo sguardo rivolto al futuro".