Letizia Chiarelli e il volto umano della poesia

La scrittura lirica è una parola nella solitudine che diventa goccia d’acqua nel deserto e dà voce al cuore

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La poesia ha sempre avuto il ruolo privilegiato di dar voce alle emozioni sommerse, ai ricordi rifugiati nelle fessure dell’anima, alle speranze e alle attese di un giorno migliore. Per Letizia Chiarelli (nata nel 1935 e scomparsa nel 2021) le poesie erano le compagne dei suoi giorni, come l’albero della mimosa e come tutti i fiori del suo giardino che coltivava con la convinzione che sono proprio le cose semplici a rendere grande la nostra vita. I suoi versi erano molto semplici, ma nati dalla più vera voce del cuore: ”Non inseguire la vita degli altri per poi dimenticarti di te stesso, cogli ogni opportunità nelle strade che percorri, non arrivare alla fine dei tuoi giorni per pentirti di non avere mai vissuto”.

Il linguaggio poetico, come tutte le espressioni artistiche, ci riconduce in un mondo dove si può trasfigurare la realtà, dove la bellezza di ogni verso potrà diventare un nuovo germoglio per i nostri pensieri e nuovo campo dove seminare i semi della rinascita insieme all’attesa di una nuova primavera. In alcuni casi, la poesia diventa arteterapia, come dichiara il giovane poeta Terence Russo nel suo libro, dal titolo emblematico "Quando la poesia è vita, la disabilità non conta più".

La seconda edizione del "Concorso Internazionale di poesia Letizia Chiarelli" nasce proprio alla luce di questi presupposti, ossia coltivare le ombre della nostra esistenza come un aspetto della stessa luce ed è rivolto ai poeti di tutto il mondo, dall’età di otto anni in poi. Molti alunni della scuola sono stranieri, provenienti da vari Paesi europei ed extraeuropei e molti di loro hanno vissuto esperienze difficili, tra la solitudine e l’adattamento ad una nuova realtà. Il linguaggio poetico li aiuta innanzitutto a consolidare la padronanza con la lingua italiana e a raccontare ciò che magari non avrebbero mai detto. Grazie al valore simbolico, la poesia aiuta anche le persone più reticenti ad esplorare i vicoli più sconosciuti della propria anima e le paure mai rivelate.

È importante suscitare interesse per la poesia, perché permette anche a chi ha più difficoltà di esprimere sentimenti profondi, in modo semplice e naturale, dando un senso e un’importanza al proprio lavoro. Anche i bambini o le persone che presentano difficoltà attraverso la poesia esprimono il loro vissuto, i loro sentimenti e le loro emozioni più nascoste. E’ uno strumento che permette di abbattere barriere, come altri linguaggi. A scuola si coinvolgono in concorsi letterari, per suscitare nei bambini e nei ragazzi l’amore per una comunicazione universale, attraverso la quale anche chi ha difficoltà è in grado di esprimersi. Si ha la possibilità di lavorare individualmente o in piccoli gruppi, per stimolare la socializzazione, la consapevolezza di sé e arricchire le competenze già presenti in ogni persona.

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