SIMONA BALLATORE
Cronaca

L’esperto di studi urbani: "Alloggi per i lavoratori: modello che torna attuale"

Bricocoli (Politecnico): ragionare in ottica più ampia per superare l’impasse. I comuni vanno ridisegnati analizzando insieme impiego, alloggi e mobilità.

Massimo Bricocoli professore di Tecnica e pianificazione urbanistica e direttore del Dipartimento di Studi Urbani del Politecnico di Milano

Massimo Bricocoli professore di Tecnica e pianificazione urbanistica e direttore del Dipartimento di Studi Urbani del Politecnico di Milano

"Il tema del lavoro è strettamente connesso a quello abitativo: è fondamentale studiarli insieme per capire come affrontare la situazione in città e fuori Milano". Massimo Bricocoli, professore ordinario di Tecnica e pianificazione urbanistica e direttore del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, coordina l’Osservatorio sulla casa abbordabile (Oca).

Per chi si affaccia oggi sul mercato immobiliare Milano resta spesso un miraggio. L’hinterland è più “abbordabile“?

"I valori immobiliari sono un po’ più bassi anche se le zone che sono più facilmente accessibili già segnalano costi abitativi più alti. Con gli stipendi medi, che sono ancora fermi, anche vivere fuori città presenta criticità. Guardando i redditi medi, ci si può permettere in media meno di 50 metri quadri anche qui. E a questo vanno aggiunti costi e tempi dei trasporti: li abbiamo introdotti come fattori rilevanti nel nostro studio, perché incidono pesantemente sulla vita delle persone".

Bisognerà ragionare sempre più in ottica metropolitana?

"Sì, è l’unica che può aiutare. E allargando la scala possiamo capire meglio anche come funziona il sistema abitativo milanese. Molti arrivano ad abitare qui da soli, a Milano il 57% dei nuclei familiari è mononucleare. Anche una giovane coppia che decide di spostarsi fuori dalla città ha necessità di avere un contesto che sia il più possibile adeguato per avere una prospettiva interessante di vita: serve una pianificazione urbanistica che tenga conto di tutti questi aspetti".

Nelle università milanesi le iscrizioni tengono, ma trainate dagli stranieri. il problema dei fuorisede non si è risolto.

"No, e a noi come università interessa molto, anche perché guardiamo ai nostri studenti ma anche ai nostri laureati, in continuità: non possiamo pensare che una volta diventati giovani lavoratori, dopo averli formati, non riescano a restare".

Le imprese faticheranno sempre più a trovare lavoratori?

"Sta già succedendo. Non è più solo una questione che riguarda per esempio infermieri e autisti. Ci sono altri lavoratori qualificati, neolaureati e giovani ricercatori che hanno gli stessi stipendi e che fanno fatica ad accedere al mercato immobiliare, sia per i prezzi, sia per la predominanza di case di proprietà che limita l’offerta della locazione. Le ripercussioni si sentono sul mercato del lavoro che avrebbe bisogno di poter scegliere tra i più qualificati non tra chi può permettersi o meno una casa qui".

Quale potrebbe essere la soluzione? Avrebbe senso ripensare ai “villaggi“ dei lavoratori?

"La casa, al di là dell’essere un bene di investimento, come è diventato in questi ultimi anni, è un’infrastruttura per la vita delle persone ma anche per le città e quindi per il mercato del lavoro. Non ci aspettavamo di tornare a questa immagine di inizio ’900, con le case dei ferrovieri, ma è tornato a essere un argomento d’attualità. Potrebbe essere una prospettiva".

Prezzi alle stelle da una parte, inchieste aperte sul nodo urbanistico e cantieri bloccati dall’altro. Come uscire dall’impasse?

"Nonostante le criticità che si sono manifestate in città in questi ultimi mesi sul fronte dell’urbanistica, io credo ci siano tutte le condizioni per essere molto più consapevoli della rilevanza di intervenire su questo tema in modo diversificato. Le occasioni sono molte, dentro e fuori la città di Milano. E penso che adesso siano molto più chiari anche i termini della negoziazione che si può sviluppare tra attori pubblici e privati".