"Ha vinto Lea Garofalo". Milano la ricorda in corteo

Tanta gente comune per la madre che si ribellò alla 'ndrangheta: "Simbolo di coraggio, lei e la sua Denise esempio per tutti"

Commemorazione per Lea Garofalo

Commemorazione per Lea Garofalo

Milano, 25 novembre 2019 -  Ieri Milano ha ricordato Lea Garofalo. Le immagini di Lea che cammina in corso Sempione e poi sparisce dalle inquadrature delle telecamere di sicurezza sono l’ultimo fotogramma che ricorda la vita di questa giovane donna ammazzata e carbonizzata per avere violato le regole del silenzio imposte dalla’ndrangheta. Quando il 24 novembre del 2009 Lea scompare, la figlia Denise non ha dubbi: è stata ammazzata e l’assassino è suo padre. Sarà proprio la giovane Denise a portare avanti il ricordo della sua mamma.

Lea, nella sua breve vita, ha combattuto per lei, per la figlia Denise, perché potesse vivere una vita diversa dalla sua. Lontana da quelle regole tribali di una criminalità assurda che parla solo di morte. Il corteo di ieri, ha dimostrato che ha vinto lei, Lea Garofalo. Contro tutti quelli che la volevano non solo morta, ma dimenticata. Il compagno ne voleva distruggere il corpo. Per tre giorni ha continuato a bruciare il cadavere e poi Carlo Cosco lo ha sciolto nell’acido, perché di lei non doveva restare niente.  É stato bello vedere, ieri, quel lungo corteo di persone che ha visto in Lea Garofalo il simbolo del coraggio. Tra loro il prima fila c’era l’ex presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini. «Io sono un’orgogliosa testimone di giustizia, non è facile costituirsi parte civile contro il proprio padre, ma è una scelta di libertà interiore, perché voglio ripartire con la vita». Chissà come sarebbe stata orgogliosa Lea Garofalo, se avesse potuto sentire le parole lasciate scritte da sua figlia Denise, oggi 27 anni e una vita sotto protezione.

Quelle parole coraggiose e profonde, di chi ha imparato a stare dalla parte giusta, sono e saranno il suo riscatto. E il corteo di ieri, a dieci anni di distanza dalla sua morte sono la testimonianza che la sua lotta non è caduta nel vuoto.  È il 2002 quando Lea Garofalo entra nel programma di protezione insieme alla figlia Denise. In quell’anno racconta ai magistrati l’attività di spaccio della famiglia Cosco e la faida tra questa e la sua famiglia che aveva portato alla morte del fratello Floriano Garofalo nel 2005. Con la figlia Denise si nasconde a Campobasso fino a aprile 2009, quando decide di uscire dal programma di protezione e di riallacciare rapporti con la sua famiglia a Petilia Policastro, il paese natale in provincia di Crotone. A Campobasso Lea riesce a sfuggire a un tentativo di rapimento, ma è a Milano che, attirata in un agguato dall’ex compagno con la scusa di parlare del futuro della figlia, verrà uccisa.

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