Le multe in città e la differenza tra sosta e fermata

Riccardo

Riccardi

Gentile Signor Sindaco Sala, uso lo spazio di questa rubrica settimanale che Lei forse non legge perché il tempo è tiranno ed i Suoi impegni sono molto gravosi. Penso che fare il Sindaco di una grande città sia la faticaccia di Sisifo. Perché il gomitolo è talmente aggrovigliato, causa leggi, leggine che mettono in pericolo anche la libertà del Primo Cittadino. Quando firma. Oltretutto invischiato con i Suoi collaboratori nei meandri di burocrazie borboniche che contrastano con la migliore legge che varò il Parlamento. L’elezione diretta del Sindaco. La cittadinanza riversa le sue preferenze sul candidato a Primo Cittadino con una valenza più sul personaggio che alla sua appartenenza. Comunque valore ma di peso minore. Milano è una grande città dove tutti, anche i non nativi, oramai pochi, sono e si sentono milanesi. Riescono a far entrare nei loro pori la milanesità, benefica malattia tipica dei Navigli e della Madonnina, emblemi civici. I milanesi sono tipi sbrigativi e dotati di buon senso. Quello che purtroppo manca in alcune persone. Soprattutto le vestite, quasi da vigili con lo stemma Atm, fiere del loro potere di comminare multe. Operazione giusta e legittima anche se le auto in doppia fila rappresentano la regola franca e non l’eccezione. Signor Sindaco Lei è oberato di altre faccende più importanti che ricevere questa piccola segnalazione.

Gli addetti alla multa distinguono tra sosta e fermata? Credo di no perché, parcheggiata l’auto non in doppia fila, in due diverse occasioni sono entrato frettolosamente ed uscito velocemente da un negozio. Ho incontrato chi si accingeva a far pagare l’obolo per l’infrazione, francamente lieve ed evitabile data la presenza. Grande severità komeinisticamente apodittica. Inflessibilità senza buon senso e spesso educazione.

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