
Moto rubate
Milano - Due furti il 6 marzo. Uno il 7. Due il 9. Uno il 14. E uno il 15. Totale: sei moto, di marca Honda e Yamaha, rubate in dieci giorni. La refurtiva finiva in un garage sotterraneo di via Grazioli, a Dergano, che un medico aveva affittato in nero lo scorso 20 febbraio. Poi i veicoli venivano ritargati e messi in vendita sul web (con tanto di kit del perfetto centauro), anche se c’è pure una pista che porta al Centrafrica e ai container (a suo dire pieni di mobili) che di frequente uno della banda inviava nel suo Paese di origine. Il traffico, che avrebbe fruttato circa 100mila euro al mese, è stato smantellato dagli agenti dell’Investigativa del commissariato Monforte-Vittoria, coordinati dal pm Paolo Filippini e guidati dal dirigente Manfredi Fava: i segugi di via Poma sono riusciti a risalire al box-deposito e a fermare i tre componenti del gruppo; il reato contestato è ricettazione, visto che non c’è la prova (sebbene molto probabile visti gli arnesi da scasso ritrovati in via Grazioli) che fossero sempre loro a rubare scooter e moto. L’inchiesta-lampo è scattata nei giorni scorsi, quando diverse segnalazioni hanno riferito di uno strano viavai nel box. Dopo una serie di appostamenti, i poliziotti in borghese sono entrati in azione a metà pomeriggio di mercoledì: hanno atteso che i tre entrassero nel box, al piano -1, e li hanno bloccati all’uscita, prima che potessero risalire su un’auto per allontanarsi. Oltre ai sei veicoli (uno scooter Yamaha, due Honda SH, una Yamaha Tracer, una moto Bmw modello K1200 e una Yamaha Xmax), gli agenti hanno sequestrato una cassetta piena di grimaldelli, due caschi da moto, una bobina di pellicola trasparente e due bauletti. Stando a quanto ricostruito, la merce rubata restava per poco tempo nel garage: il giro d’affari era florido, i rapidissimi tempi di reazione del mercato on line (i prezzi oscillavano da un minimo di 1.500 a un massimo di 4mila euro) facevano sì che il turnover di moto fosse continuo.
I profili dei tre fermati sono quelli di criminali incalliti, specializzati nel campo: il quarantaquattrenne senegalese Lamine Amadou Dia conta ben 10 alias in banca dati e 27 precedenti; il marocchino Najim Ghazali, 36 anni, ne ha 17 alle spalle, con tre nomi differenti; e già noto alle forze dell’ordine era pure l’italo-iracheno Omar Hassan Hussein, 29 anni. Dia, in particolare, era solito inviare mobili in Senegal: l’ipotesi è che nei container non ci fossero solo pezzi di arredamento, ma anche scooter rubati a Milano.