di Laura Lana
Le vecchie corti da oggi hanno un cartello marrone, come i monumenti e le mete turistiche. L’idea è di Angelo Borgonovo, cinisellese doc e da anni volontario del Pertini. "A scuola mi piaceva più la storia della letteratura. Faccio parte della generazione nata dopo la guerra: ho fatto in tempo a vedere i contadini prima dell’arrivo delle grandi industrie, si parlava solo in dialetto e le tradizioni si tramandavano. Quando sono andato in pensione ho pensato qualcosa che potesse rimanere". Così, è iniziato un censimento delle corti storiche rimaste. "In bici con l’amico Paolino ho conosciuto i cortili di Balsamo: in uno abitava mia zia. Su Cinisello giocavo in casa, ma mi sono fatto aiutare dagli anziani per ricostruire aneddoti a me oscuri. A volte le corti avevano più nomi perché tanti erano i personaggi caratteristici. A volte lo prendevano da un santo dipinto sul muro". Borgonovo ne ha contati 52 a Cinisello e 12 a Balsamo. In piazza Gramsci 45 è stata posata la targa della Cort del Vall o di Cistèi. "Si chiama così perché c’era chi faceva a mano i cesti di vimini - ha spiegato un’anziana -. Quando finiva messa, si veniva a comprare prosciutti, salami, buonissima mortadella". Nell’immensa corte corrono i ricordi. "Qui c’erano le caprette e gli asini, ora le auto e i computer. Il pavimento dei balconi era di legno e si muoveva quando ci passavi sopra. Ho 82 anni. Sono arrivato da Mazzara a 10 anni, ho fatto tutte le scuole, ho imparato il dialetto milanese". "Anch’io sono arrivato a quell’età - fa eco un altro anziano -. Possiamo dire ormai di essere cinisellesi? Vedi, qui si chiudeva il cancello e si stava al sicuro". A Balsamo, in via Verdi 53 il portone si è spalancato alla Cort del Cairo. "Negli anni ’20 c’era il cavalcavia, il ponte di Balsamo, per andare a Sesto. Tra il traffico dell’autostrada, il luogo di forte passaggio, forse qualche forestiero dalla Brianza abitava qui e, quindi, ’del Cairo’, come una meta lontana ed esotica", ha spiegato lo storico locale Ezio Meroni. "Sono nato in una Balsamo che non c’è più. Questo progetto mi ha fatto tornare bambino alla scoperta di cose che non conoscevo".