
L’arbitro Pietro Marinoni considerato uno degli astri nascenti nel mondo del pallone
"Chi mi ha iniziato alle scommesse è stato Pietro Marinoni che è del mio paese, è andato a scuola con mia sorella e all’epoca faceva l’arbitro". Lo ha raccontato, il 17 ottobre del 2023, Sandro Tonali, ex centrocampista del Milan e poi al Newcastle, interrogato dai pm quando l’indagine era ancora a Torino. Inchiesta, poi, trasmessa a Milano. Marinoni, tra gli indagati, è accusato di aver "sfruttato le proprie conoscenze nel settore del calcio professionistico" per agganciare calciatori, metterli in contatto con i presunti complici, il 38enne Tommaso De Giacomo e Patrik Frizzera, 44enne ex giocatore di hockey del Varese e del Chiavenna. Marinoni, secondo i pm, gestiva "le sessioni di poker all’interno dei gruppi di giocatori", aiutava Frizzera e De Giacomo "nella organizzazione delle attività di scommesse e giochi". Un factotum, che si occupava anche di "ritirare materialmente il denaro contante ricevuto dai giocatori".
Perché rivolgersi a piattaforme illegali? La risposta è resa dagli stessi calciatori, negli interrogatori. "La differenza fra il sito legale e il sito illegale – ha spiegato ai pm Nicolò Fagioli – sta nel fatto che in quello illegale si ha la possibilità di giocare senza anticipare somme". E di puntare senza limiti, accumulando perdite e debiti senza controllo. Tonali ha spiegato agli inquirenti di aver iniziato a giocare quando era ancora minorenne, a 17 anni, spinto proprio dal compaesano Marinoni. "Ho cominciato a giocare perché la mia giornata non era impegnata per molte ore – ha raccontato –. Il sito non era accessibile a tutti ma era necessario ricevere un link per potervi accedere, il quale mi è stato inviato per la prima volta da Marinoni. Settimanalmente avevo la possibilità di saldare il mio debito con i contanti che potevo versare nelle mani di Marinoni". Poi entra in gioco "un tale Tommy", Tommaso De Giacomo, che tramite Marinoni Tonali incontrava "all’interno di un bar a Milano in zona San Siro". Un bar che "era sempre chiuso", frequentato "da tifosi considerata la vicinanza allo stadio". "Quando saldavo Tommy – ha proseguito - versavo circa 20mila/25mila euro in contati". Importi che, forse, per un calciatore strapagato erano solo spiccioli. Fino a quando, però, i debiti andavano fuori controllo. "Sapevo perfettamente – ha riferito ai pm il calciatore Nicolò Zaniolo – che avevo giocato su piattaforme illecite e che dietro potevano esserci persone pericolose". Poi l’ammissione di responsabilità, e il pentimento: "Ho sbagliato, sono stato ignorante".
Andrea Gianni