
Il presidio in piazza Mercanti dei lavoratori dello spettacolo
Milano, 6 settembre 2020 - Un appello accorato. Una richiesta d’aiuto dopo mesi di difficoltà economiche e con prospettive di futuro a tinte fosche. I lavoratori dello spettacolo, in presidio venerdì pomeriggio in piazza Mercanti, hanno approfittato della concomitanza con la Messa da Requiem in Duomo per lanciare un sos al Capo dello Stato. A farsi portavoce delle loro istanze è stato il prefetto Renato Saccone, che ha preso in consegna la lettera per poi farla recipitare allo staff del Quirinale.
«Egregio Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il coordinamento lavoratrici e lavoratori dello spettacolo dal vivo rappresenta una categoria che sta soffrendo la crisi della pandemia in modo durissimo», l’incipit. Il motivo è facilmente intuibile: lo stop durante il lockdown alle attività teatrali e musicali (e in generale a quelle che prevedono la presenza di pubblico) e le attuali restrizioni in chiave anti-contagio hanno drasticamente ridotto le opportunità di lavoro per migliaia di persone legate a quel mondo, rimaste a casa e nella maggior parte dei casi senza garanzie. «È una categoria di lavoratori – si legge nel documento firmato dal Coordinamento Spettacolo Lombardia – che paga l’assenza di ammortizzatori sociali strutturati per legge e per una frammentazione dei contratti in cui la precarietà, l’intermediazione e l’intermittenza la fanno da padrone». Senza dimenticare «partite Iva o addirittura lavoro nero», nonostante, di fatto, «parliamo di rapporti di tipo subordinato». E ancora: «La crisi ha evidenziato l’esigenza, che è diventata emergenza, di attuare una riforma strutturale che restituisca dignità a una categoria che in Italia e soprattutto in Lombardia è un settore importantissimo».
Una categoria composta da «lavoratrici e lavoratori non solo di teatri, cinema e televisione, ma di sfilate di moda, fiere, convention e migliaia di eventi che ogni anno caratterizzano questo lavoro». Quindi, «le consegniamo a mano le nostre rivendicazioni scritte in un manifesto, ovvero quello che secondo noi serve urgentemente per migliorare le condizioni della nostra categoria, al fine di evitare, tra l’altro, la dispersione di professionalità eccellenti». Dai tecnici agli artisti, dalle attrici ai musicisti, fino a ballerini, truccatori, sarte, costumiste, parrucchieri, scenografi. La conclusione: «Siamo un mondo a rischio estinzione. Siamo certi di un suo impegno nel consigliare il Governo ad ascoltare attentamente le nostre istanze».