L’auto finita nel lago. Morta milanese di 56 anni. Il pompiere che si è tuffato: c’ero solo io, dovevo farlo

Ivano Ghidoni ha liberato una per volta le tre persone intrappolate. La compagna anestesista ha praticato loro il massaggio cardiaco. "Provo un dispiacere immenso per la donna che non ce l’ha fatta".

L’auto finita nel lago. Morta milanese di 56 anni. Il pompiere che si è tuffato: c’ero solo io, dovevo farlo

L’auto finita nel lago. Morta milanese di 56 anni. Il pompiere che si è tuffato: c’ero solo io, dovevo farlo

di Marianna Vazzana

MILANO

"L’auto era sottosopra con dentro tre persone intrappolate. Mi sono buttato in acqua e le ho tirate fuori una per una, affidandole poi alle cure della mia compagna Debora Palmisano che è anestesista rianimatrice". Lo racconta Ivano Ghidoni, vigile del fuoco di 45 anni in servizio al distaccamento di via Sardegna a Milano che ieri pomeriggio era all’abbazia di Piona con la famiglia quando ha sentito un tonfo: quello di un minisuv finito nel lago di Como, con a bordo tre persone. L’intervento del pompiere e della sua compagna è stato decisivo per salvarne due. "Ero senza muta, senza guanti, senza attrezzatura, ma l’unico modo per intervenire era tuffarmi e così ho fatto".

Come si è accorto dell’incidente?

"Ero all’abbazia di Piona con la mia famiglia, mia moglie, i nostri tre figli e altri parenti dopo aver festeggiato il compleanno della suocera al ristorante, quando a un certo punto c’è stato un rumore fortissimo, come se si fosse staccato un masso dalla montagna. La gente urlava. Sono subito andato a vedere: mi sono accorto che c’era un’auto in acqua, sottosopra, dopo un volo di una quarantina di metri. Aveva ancora le ruote che si muovevano".

Come è finita nel lago?

"Probabilmente per una manovra errata: è stata azionata la prima al posto della retromarcia e l’auto è volata giù".

Ed è subito intervenuto?

"Sono sceso subito, sono stato il primo a raggiungere il punto più vicino alla macchina, che era cappottata a un paio di metri dalla riva ma non facilmente raggiungibile perché il terreno è molto ripido. Non c’era tempo da perdere: dovevo buttarmi in acqua. Nel frattempo avevo già chiamato i soccorsi. E mi sono tuffato, mentre la mia compagna mi aveva già raggiunto".

E cosa ha fatto, per prima cosa?

"Ho raggiunto d’istitno la portiera del guidatore ma non sono riuscito ad aprirla, era bloccata. Allora ho provato con le altre e sono riuscito ad estrarre un uomo da una delle portiere posteriori: l’ho “lanciato“ sul fondo dell’auto, in superficie, dove la mia compagna Debora Palmisano, che è anestesista e rianimatrice, gli ha subito praticato il massaggio cardiaco. Anche suo fratello Matteo, che non è del mestiere (è un tornitore) le ha dato una mano. Ci siamo tutti attivati".

E poi?

"Nel frattempo ci hanno raggiunto alcuni parenti delle persone intrappolate nell’auto, ho saputo che nell’abitacolo erano in tre e sono subito andato a cercare gli altri due. Con fatica sono riuscito ad aprire lo sportello del guidatore, dove si trovava una donna (Manuela Spargi, di 56 anni, ndr) che era bloccata dalla cintura di sicurezza. Sono tornato in superficie, dove un pescatore mi ha prestato un coltello per tagliare la cintura e così sono riuscito a liberare la signora. Ho affidato anche lei alle cure della mia compagna, che si è subito data da fare per praticarle il massaggio cardiaco, e mi sono buttato di nuovo in acqua. Cominciavo ad essere stanco, perché il lago era gelido, io ero senza attrezzatura, avevo le mani ferite e riuscivo a stare sott’acqua sempre meno tempo. Ma ce l’ho messa tutta".

E ha recuperato anche la terza persona?

"Sì, a fatica. Un uomo che non riuscivo a estrarre perché era incastrato fra i sedili anteriori, evidentemente finito lì dopo il volo. Non è stato facile ma sono riuscito a liberare anche lui e a portarlo in superficie. Nel frattempo, il primo passeggero si stava già riprendendo, aveva sputato acqua e cibo. E sono arrivati i soccorsi, che però non potevano raggiungere il punto in cui si trovava la macchina; quindi i feriti sono stati portati con la barca a remi del pescatore al pontile più vicino, uno alla volta".

Quanto tempo è durato il salvataggio?

"Ho estratto il primo uomo dopo meno di un minuto dal volo dell’auto. Per la donna saranno passati cinque o sei minuti mentre per il terzo almeno dieci".

Ha avuto contatti con i parenti della donna deceduta e dei due feriti?

"Sì. Uno di loro mi ha abbracciato. Era nel panico. Io ho cercato di confortarlo. Mi sono messo nei suoi panni e gli ho chiesto di tenermi aggiornato sulle condizioni dei due feriti".

Lei è anche sommozzatore?

"No, ma ho fatto il corso di autoprotezione in ambito acquatico e ho il brevetto di salvataggio. Dopo sono rimasto sul posto, insieme ai colleghi di Sondrio e Lecco e ai sommozzatori di Milano che sono intervenuti".

A che ora è rientrato a casa?

"Sono tornato a casa, a Cesate, quando era ormai sera, completamente zuppo, così come la mia compagna. Ce l’abbiamo messa tutta e proviamo un dispiacere immenso per la donna che non ce l’ha fatta".

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