L’astronave un mito intramontabile

Francesco Felice

Buonfantino

Può un distributore di benzina essere avveniristico? Può, una stazione di servizio con autolavaggio abbandonata negli anni ’80, essere ancora oggi ricordata con rimpianto, tanto da diventare “l’ambizione” di due individui come Lapo Elkan e Carlo Cracco? Sì, se la struttura di cui parliamo si trova in piazzale Accursio a Milano, è stata tanto voluta negli anni ’50 da Enrico Mattei, è stata commissionata all’architetto Mario Bacciocchi (già noto per la torre Locatelli) e si chiama, non a caso, l’Astronave. Il distributore Agip si mostra da subito come un’opera visionaria: le sue forme sinuose, la sua pensilina saggiamente protesa verso la strada che porta ai laghi, è il simbolo dello “sfrecciare” delle auto. La stazione di servizio è coeva allo straordinario progetto di Eero Saarinen per il terminal TWA dell’aeroporto di New York e, analogamente, diventa espressione dell’insofferenza di una parte del pensiero architettonico italiano al minimalismo proprio dell’International Style di quegli anni. Il progetto, come si direbbe in questi anni, si pone quale “cerniera” fra due strade ad alto scorrimento risolvendo, con le sue forme il difficile “tema D’angolo”. Eppure all’epoca il Comune mostra le sue perplessità e si rifiuta di concedere le autorizzazioni a costruire per una "grave eccezione di carattere urbanistico". Ma come spesso accade nella città meneghina, per fortuna, la cultura avanguardista prende il sopravvento, la Commissione edilizia dà l’ok e i lavori iniziano. Al piano terra tutto il nécessaire per la cura dell’auto: una pompa, l’autolavaggio, un’officina, ma anche una sala d’attesa e un punto ristoro. Al primo piano gli uffici, diventati poi negli anni ’80 l’abitazione del meccanico che, solo per pochi anni, prese in gestione la struttura. Negli anni ’80 la stazione viene abbandonata e solo nel 2015 attira l’attenzione di Lapo Elkann che, con Carlo Cracco, decide di investire e rilevare la struttura. Milano riesce ancora una volta a porsi anche nel recupero di una delle sue architetture minori, all’avanguardia. L’auspicio è che le nuove generazioni sappiano trovare in questa operazione lo spunto per progettare, con eguale coraggio, architetture altrettanto visionarie.

*Gnosis Progetti

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