L’arte del Lego nella più antica stazione cittadina

Alberto

Oliva

Per chi è ancora a Milano o pensa di rimanerci anche ad agosto, da non perdere la visita al Ride con la mostra The Art of the Brick, che, secondo la Cnn, sarebbe una delle dieci più belle dell’anno. Innanzitutto la location, nel centro di Milano, nel cuore dei navigli uno spazio esclusivo, post industriale, bello e affascinante. Questo è The Ride, che abita gli spazi – ancora decisamente spartani - dell’ex Scalo di porta Genova, la più antica stazione cittadina ancora in funzione nell’architettura originale, nata nel 1870. In origine era un luogo strategico, il punto di arrivo del carbone a Milano, utile e fondamentale per riscaldare le case e per fornire la materia prima energetica per le fabbriche della zona Solari e Navigli. Oggi è un hub che si presta a eventi culturali, intrattenimento, cibo e ballo. Al momento ospita una delle esposizioni più originali e creative degli ultimi anni, opera dall’artista americano Nathan Sawaya. Nato come avvocato, Sawaya decide a un certo punto di ricominciare a giocare, prende i mattoncini della Lego e li mette insieme a formare le sculture più disparate, scoprendo una vena artistica straordinaria che lo porta ad essere conosciuto in tutto il mondo. Nella mostra sono esposte oltre cento sculture, capolavori di inventiva e fantasia, che riproducono con l’uso esclusivo dei mattoncini lego (in quantità che vanno da 1.000 a 80.000), alcuni dei più famosi capolavori dell’arte universale, dal David di Michelangelo alla Venere di Milo, dalla Notte stellata di Van Gogh alla Gioconda di Leonardo, fino alle opere in versione tridimensionale come L’urlo di Munch e Il Bacio di Klimt. Straordinario il T-Rex quasi a grandezza naturale che troneggia in una sala a lui dedicata. L’autore fonde Pop Art e Surrealismo in un connubio divertito e divertente, capace di sorprendere grandi e piccini in nome del piacere del gioco. I mattoncini lego sono un materiale che tutti possiedono, non occorrono grandi disponibilità economiche per provare a costruire qualcosa di originale mettendoli insieme, quindi la mostra è un grande invito a lasciarsi andare e aprire la mente e il cuore come nella scultura iconica, scelta come copertina della mostra, in cui un uomo tutto giallo si squarcia il petto per essere finalmente libero.

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