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L’analisi dell’esperto: "Braci sotto le ceneri. Noi terra di passaggio"

Giannuli: "Proibire le piazze spinge la violenza"

L’analisi dell’esperto: "Braci sotto le ceneri. Noi terra di passaggio"

"Avevamo braci ardenti sotto le ceneri, nascoste sotto il tappeto. Ma non ce ne siamo accorti". Aldo Giannuli è un politologo, storico e saggista ed è direttore del centro studi Osservatorio Globalizzazione. Esperto di strategia della tensione, è stato docente dell’Università Statale di Milano, fino all’anno scorso.

Professore, ci eravamo completamente dimenticati l’allarme terrorismo?

"Abbiamo preso una cantonata formidabile pensando che, avendo ucciso i capi dei gruppi di Al Qaeda e dell’Isis, avessimo debellato le organizzazioni terroristiche, che sono entrate relativamente in sonno. E non mi riferisco soltanto a Isis e Al Qaeda, che esiste ancora con un gruppo attivo in India, ma a gruppi locali molto forti pronti a risvegliarsi, legati a Boko Haram e non solo. Anche questo fa parte della strategia di Hamas. Ci sono un sacco di gruppi e cellule dormienti che ha spazio tra Medio Oriente ed Europa, che possono essere pungolati anche per commettere azioni improprie. E non è detto che le rivendichino con nome e cognome. Le premesse per cui ci sia un ribollire di tutte queste cose ci sono tutte".

Torniamo a Milano, anche alla luce degli ultimi due arresti per "partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo". Secondo lei c’è un rischio di attacchi terroristici anche qui?

"Di solito l’Italia è meno colpita rispetto ad altri Paesi per diverse ragioni: prima di tutto l’odio verso le ex potenze coloniali, Inghilterra, Francia e Spagna è molto più forte che verso di noi. E poi perché l’Italia è corridoio di passaggio, più di tanto non conviene irritare l’ambiente, conviene più scivolare dentro".

Si temono più azioni di lupi solitari?

"I lupi solitari sono pericolosi perché più difficili da individuare, anche se sono quelli che hanno meno possibilità di procurarsi esplosivi. Quello che è più rischioso è che i gruppi organizzati vadano a reclutare proprio questi lupi solitari. Noi, e in questo “noi“ metto sia studiosi che mass media, sappiamo pochissimo su che fine abbiano fatto questi gruppi terroristici. Il guaio è se anche i servizi non lo sanno".

C’è un ritorno anche dei foreign fighter?

"Al momento ce n’è qualcuno anche qui, ma non sono molti. Il fenomeno che temo è un altro, dopo la controffensiva israeliana. Per una volta sono d’accordo con Biden: questa è una trappola. Hamas ha fatto di tutto per tirare l’esercito israeliano sul suo territorio: vuole accendere le piazze arabe. Anche con la storia della strage dell’ospedale, che ancora non sappiamo com’è andata e non lo sapremo mai".

In queste settimane abbiamo visto piazze molto divise, anche a Milano.

"A mio avviso in piazza c’è una minoranza, molto piccola, filo-israeliana a un’altra minoranza, leggermente più numerosa ma sempre piccola, pro-Palestina, non perché antisemiti, ma vedono nei palestinesi le vittime, gli aggrediti. E poi c’è una grande massa di cittadini che tendenzialmente è nauseata, rassegnata. Non vedo piazze che si riempiono. Lo schieramento senza se e senza ma è semmai delle istituzioni, dei dirigenti, della politica. L’opinione pubblica è spaccata e soprattutto rassegnata, appunto".

Queste manifestazioni possono costituire un pericolo per la sicurezza?

"Per ora non vedo questo rischio. Lo vedo di più nei Paesi che hanno proibito queste manifestazioni. Mi sembra una bestialità enorme: spinge la violenza".

Simona Ballatore