Lo stalker era lì, pronto a entrare in azione per l’ennesima volta. Poi ha visto in lontananza la pattuglia del Nucleo Radiomobile e si è subito allontanato. Quell’equipaggio non è passato per caso da quelle parti, ma ci è arrivato dopo l’allarme lanciato dal braccialetto modello smart watch al polso della potenziale vittima. È un esempio pratico del funzionamento del progetto "Mobile Angel", nato nel 2018 dalla collaborazione tra Arma dei carabinieri, Fondazione Vodafone Italia e Soroptimist e che negli ultimi dodici mesi è stato sperimentato a Milano, Napoli, Torino e Ivrea.
Il dispositivo è connesso alla rete telefonica tramite lo smartphone, dotato di un’applicazione ad hoc. Lo scorso anno, i comandanti di Compagnia, d’intesa con i vertici del Nucleo investigativo, hanno individuato le persone vulnerabili tra quelle ritenute "particolarmente esposte a possibili atti di violenza da parte di soggetti maltrattanti e stalker". Quindi, a valle di una valutazione complessiva con la Procura, gli smart watch sono stati assegnati: uno a testa alle stazioni di Porta Sempione, Porta Magenta, Moscova, Porta Monforte e Musocco e tre ai Comandi di Bollate, Bresso e Trezzano sul Naviglio. Tutte italiane le vittime, eccezion fatta per una giovane dominicana che aveva avuto il coraggio di denunciare il compagno. Non solo conviventi violenti, però: nell’elenco sono state inserite pure una donna protagonista suo malgrado di "un rapporto degenerato" con un medico di cui era stata paziente e una madre che in più occasioni era stata aggredita dal figlio, tossicodipendente e con problemi psichiatrici. "Il beneficio principale del dispositivo è stato quello di restituire maggiore serenità alla vittima, nella consapevolezza di poter contare sul pronto intervento delle pattuglie sul territorio in caso di necessità", ha spiegato ieri il comandante provinciale di via Moscova Pierluigi Solazzo nel corso della conferenza stampa organizzata per illustrare i risultati dell’anno di test sul campo.
Per quanto riguarda gli aspetti meramente tecnici, "l’architettura del progetto – ha aggiunto Solazzo – non ha fatto registrare criticità, anche grazie a un ciclo di formazione degli operatori di centrale, i quali hanno avuto la possibilità di approfondire le modalità operative dei dispositivi, sviluppando, loro stessi, una particolare sensibilità sulle situazioni monitorate". Ora il lavoro continuerà per affinare sempre di più l’efficacia di questo innovativo sistema di alert, che si inserisce in una strategia di contrasto puntuale e costante alla violenza di genere. Del resto, ha chiosato il comandante provinciale, "osserviamo che le rilevazioni statistiche delle forze di polizia confermano, nel recente periodo, il preoccupante numero dei reati riconducibili alla violenza di genere, tuttavia frutto di una maggiore consapevolezza delle vittime con un’accresciuta propensione alla denuncia". Dal procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella, a capo del pool della Procura che si occupa di tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli, è arrivato un appello rivolto alle vittime di reati come stalking e maltrattamenti: "Avvisate le forze ordine e non temete di chiedere aiuto. Bisogna avere fiducia. Siamo sempre riusciti a salvare le persone che si sono rivolte a noi".
Nicola Palma