La verde Martesana si scopre una cloaca

Sono tutti conosciuti in zona i 4 imprenditori finiti ai domiciliari per un enorme traffico illecito di rifiuti che tocca Cassano, Liscate e Gessate

Migliaia di tonnellate di rifiuti venivano gettate anche all’interno del Parco Adda Nord

Migliaia di tonnellate di rifiuti venivano gettate anche all’interno del Parco Adda Nord

Gessate (Milano) - I primi sigilli scattarono nel dicembre 2018 a Cassano d’Adda, alla discarica abusiva scoperta in località Taranta. Gli ultimi sono arrivati soltanto ieri mattina, alla Cava Casara di Gessate, in zona industriale. Nelle stesse ore, i provvedimenti disposti dal gip su richiesta della Procura: 5 arrestati ai domiciliari, 3 obblighi di firma, 28 indagati a vario titolo.

La Martesana ex verde si sveglia quartier generale del traffico illecito di rifiuti, il filo rosso srotolato in tre anni di indagini dalla guardia di finanza di Gorgonzola, al comando del capitano Giacomo Cucurachi, ricuce fatti, date, impianti e persone. Gli arrestati sono tutti imprenditori conosciuti in zona: i due fratelli titolari del sito di Cassano d’Adda primo a finire sotto sequestro, l’imprenditore titolare della cava di Gessate e il responsabile di un impianto di recupero e riciclo che fu sequestrato a Liscate nel febbraio dell’anno scorso. Oltre agli imprenditori, un autotrasportatore che si occupava del trasporto del materiale. Le accuse a carico sono pesanti: traffico illecito di rifiuti, falso ideologico da privato in atto pubblico, truffa, inquinamento ambientale, attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

L’inquinamento ambientale un reato odioso. Ma la guardia di finanza, che ha condotto per tre anni la complicata inchiesta, tiene a sottolineare: "Un’indagine e dei provvedimenti a difesa doverosa di tanti imprenditori onesti". Era il 4 dicembre 2018 quando i finanzieri, con polizia locale e Arpa, si presentarono a Cassano, località Taranta, a due passi dal fiume e in pieno Parco Adda Nord: sotto la tettoia di un capannone una discarica abusiva di oltre 30mila metri quadrati, ammassate o interrate oltre 40mila tonnellate di rifiuti. Inerti perlopiù, ma anche pericolosi: frigoriferi, apparecchiature elettroniche, lamiere in ferro. Le indagini del sottosuolo non rilevarono inquinamento se non superficiale. "Da allora non abbiamo saputo più nulla – dice il sindaco Roberto Maviglia –. Mi ero fatto l’idea, e così molti miei colleghi amministratori, che potesse esservi un’indagine successiva in corso, e un qualche “giro grosso” ulteriore, ma ripeto, non sapevamo nulla". Il fatto fece molto scalpore. "Mi sento, nel plaudere all’operazione delle fiamme gialle, di sottolineare il ruolo iniziale di tanti cittadini onesti, che in quei giorni fecero molte segnalazioni sull’andirivieni sospetto dal capannone".

Un anno dopo il sequestro a Pioltello, dove si cercò di far sparire una discarica abusiva di 26mila metri quadrati nell’ambito di un cantiere stradale e di lavori di "reinterro area per raggiungimento quota". Il sito fu dissequestrato per consentire le operazioni di bonifica, i responsabili del cantiere sarebbero fra gli indagati. Nel “piano discarica” interramenti, ma anche un impianto per il riciclo e il recupero compiacente: a Liscate, nella zona industriale al confine con Melzo, si ricevevano quote di pattume da trasportatori non autorizzati e si compilavano falsi formulari identificativi dei carichi. "Ho appreso solo oggi, dalle notizie di stampa, dell’esistenza di questo impianto e dell’attività illecita che evidentemente vi si svolgeva – dice il sindaco Lorenzo Fucci –. Cado letteralmente dalle nuvole. E mi riprometto di raccogliere ogni informazione del caso".

Alla cava gessatese un tassello fondamentale del puzzle. Il gruppo Celotti è proprietario dell’impianto molto noto e impegnato in attività diversificate legate al settore della costruzione e della movimentazione materiali e titolare di strutture analoghe in zona. La zona industriale gessatese non è nuova a vicende legate al rifiuto illegale. Tre anni fa un maxi sequestro in un capannone, a poca distanza dalla cava sigillata ieri.

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