GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Milano, svolta dopo 11 anni di illegalità: partiti i lavori nel fortino di via Bolla

Via alla demolizione degli alloggi ai civici 38-42, intorno creato un muro di cemento. Rozza (Pd): allarme appalto

di Giambattista Anastasio

L’attesa è finita. Dopo 11 anni trascorsi pericolosamente tra risse e occupazioni abusive, cantine e auto in fiamme, blitz delle forze dell’ordine e relative polemiche politiche, sono finalmente iniziati i lavori per la messa in sicurezza e la riqualificazione dei caseggiati di edilizia popolare di via Bolla, gestiti da Aler. Da ieri un muro bianco circonda il palazzo da sempre più critico, quello che unisce i civici dal 38 al 42. È un muro di new jersey di cemento, di quelli alti, anti-scavalco. Serve ad isolare l’area di cantiere e a chiudere ogni accesso allo stabile. Ancora per qualche giorno, però, il muro avrà un lato aperto, una falla intenzionale, del tutto voluta, perché c’è qualche famiglia che non ha accettato di lasciare il proprio appartamento. Da qui l’impossibilità di isolare completamente il caseggiato e l’area di cantiere. Da qui la scelta di procedere lo stesso, portando avanti più operazioni contemporaneamente: innanzitutto l’allontanamento delle famiglie, quindi la demolizione interna degli appartamenti liberati e di quelli che via via si libereranno e, come detto, la creazione di una cinta intorno allo stabile.

Quanto all’allontanamento delle famiglie, tra i civici 38 e 42 di via Bolla si contavano fino a poche settimane fa 91 alloggi occupati abusivamente su 156, oltre a 44 alloggi sfitti. Appena 21 gli appartamenti occupati con regolare contratto. Ora 45 delle 91 famiglie senza titolo sono state ricollocate in case popolari di Milano e hinterland perché dagli accertamenti è emerso che versano in uno stato di bisogno. Per l’esattezza 30 sono state ricollocate in alloggi Aler e 15 in alloggi comunali, gestiti da MM.

Altre famiglie hanno trovato autonomamente una soluzione alternativa, mentre quelle tuttora nello stabile sono più di una trentina. In molti casi si tratta di famiglie che non versano in condizioni tali da avere diritto alla casa popolare o che sono arrivate in via Bolla da poco e proprio per sfruttare la possibilità di un eventuale ricollocamento. Quanto alle demolizioni, la strategia è quella di procedere comunque, andando a demolire via via gli alloggi che si liberano. Il progetto di riqualificazione messo a punto da Aler e approvato dalla Regione prevede di preservare solo le mura esterne di via Bolla 38-42 e di ripensare radicalmente gli spazi interni aumentando la metratura degli alloggi in modo da migliorarne la vivibilità e aggiungendo uno o due piani per far sì che il numero totale degli appartamenti resti invariato. L’investimento è stimato in 26,2 milioni di euro. Tutt’altro discorso per il caseggiato che unisce i civici dal 26 al 36: qui il cantiere non è ancora aperto e si interverrà con una riqualificazione energetica attraverso il superbonus 110%. Infine la recinzione di cemento: l’orientamento è quello di concedere alle famiglie reticenti ancora qualche giorno per lasciare l’alloggio. Solo allora il muro sarà chiuso. "Siamo stati di parola: avevamo detto che a ottobre avremmo iniziato i lavori e così è stato – rimarca Domenico Ippolito, direttore generaler di Aler Milano –. Per Aler quello di via Bolla è un intervento strategico: nel giro di 3 anni ridisegneremo completamente gli spazi andando a creare alloggi più grandi e vivibili dove c’erano bilocali di ridottissime dimensioni".

Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd, mette però in evidenza un punto: "Dopo 11 anni di chiacchiere da parte della Regione, di proteste e mobilitazioni da parte mia, del Municipio 8 e del Pd, finalmente si vede la luce in fondo al tunnel. Ma resta una grande incognita: l’appalto per il progetto di riqualificazione non è stato ancora lanciato e questa procedura, tra progettazione, indizione e aggiudicazione, richiederà del tempo. Bene che ora si stia demolendo ma quanto occorrerà attendere per la ricostruzione? Perché non si è provveduto a lanciare l’appalto contestualmente all’avvio delle demolizioni? Il rischio concreto è quello di ritrovarsi per anni con un palazzo del tutto vuoto e un cantiere fermo". Fabio Galesi, vicepresidente del Municipio 8, è tra quanti hanno presentato anche un esposto sulla situazione di via Bolla chiedendo il sequestro preventivo dello stabile più critico: "Dopo 11 anni inizia il percorso che porterà a sanare quello che è considerato il buco nero del quartiere. Bisogna fare il più in fretta possibile, abbiamo convissuto per troppo tempo con uno stabile che tra impianti non a norma, allacciamenti abusivi e illegalità varia era una vera e propria polveriera, pronta ad accendersi e saltare in qualsiasi momento".