La svolta del Palazzo della Lombardia

Francesco Felice

Buonfantino*

Tre anni per costruire il “Palazzo della Lombardia”, il V grattacielo di Milano per altezza. Non è il più recente, ma offre interessanti spunti di riflessione, tanto da aggiudicarsi dal Council of Tall Buildings and Urban Habitat di Chicago il titolo di “Miglior grattacielo europeo”. L’aspetto è sinuoso, le vetrate offrono giochi di luce, ma a conquistare sono le innovazioni tecnologiche, una rarità per un ente pubblico. Pompe di calore riscaldano il palazzo con acqua di falda; tremila mq di pannelli fotovoltaici coprono buona parte del fabbisogno energetico di tutta la struttura. Coraggiosa la scelta dell’Amministrazione di scegliere la via del concorso per affidare il progetto. La Lombardia ha dimostrato che in poco tempo, a differenza di quello che pensano molti enti pubblici in Italia, è possibile scegliere tra ben 98 partecipanti il miglior progetto. Ha vinto lo studio newyorchese Pei Cobb Freed & partners architects affiancato dai Milanesi Caputo partnership e Sistema Duemila. L’intenzione - riuscita - dei progettisti era di realizzare una struttura “capace di adattarsi ai cambiamenti dell’amministrazione”. In effetti la Regione ha speso 400 milioni di euro per l’opera, ma ne risparmia ogni anno 25 in termini gestionali, perché ha concentrato gli uffici in un’unica struttura. Degna di nota anche la piazza: è l’area coperta più grande d’Europa, luogo di condivisione e aggregazione, perché una città che guarda al futuro demolisce il vecchio, costruisce il nuovo e non rinuncia al benessere dei suoi abitanti.

* Gnosis Progetti

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