
Una vita al servizio dell’universo femminile, con l’intento di "scolpirne" il corpo. La stylist Angela Bellomo, nota al pubblico per la ricercatezza nei particolari ed uno stile mai superato, accostato al bianco simbolo di purezza, prova a "ridisegnare" la donna, rivoluzionando la sua collezione. Attraverso i suoi "gioielli", veri investimenti nel tempo, si propone di renderla più casual. Per l’occasione, ha scelto come testimonial l’atleta Fiona May. Fortemente convinta del Made in Lombardia, ci spiega le novità nel campo della moda, in una città che, nonostante il recente lockdown, continua a fare tendenza. Ed è ripartita da "Il Salotto di Milano", a due passi da Piazza San Babila, location che, a detta del proprietario, Massimo Colautti, vuole celebrare il Made in Italy nella sua nicchia d’eccellenza, più difendibile e facilmente promuovibile all’estero. L’obiettivo è di vivere il lusso dal punto di vista di un’esperienza di acquisto.
A quale accorgimento bisogna ricorrere per il rilancio della moda a Milano?
"Direi alla leggerezza, con eleganza, ossia alla morbidezza e delicatezza del tessuto puro,
non troppo disegnato".
Come sarà vestita la donna del suo immediato futuro?
"Ho sempre affiancato ad un abito classico una scarpa sportiva, per non appesantire anche l’andatura della donna. Ho disegnato tute comode, in cashmere e seta, cappucci da inserire nelle maglie... Rispettando la classicità, ho reso i capi giovanili, facilmente lavabili in casa".
Cos’è per lei il Made in Lombardia?
"Vesto i corpi con tessuti ricercati lombardi, servendomi dell’entourage e delle mani esperte di sarte, che attribuiscono a capi moderni la finitezza artigianale di un lavoro antico nel tempo. Chi osa, deve esportare, con la bandiera dell’Italia, l’essenza di ogni nostro prodotto".
Sostiene il passaggio dall’apparenza alla sostanza…
"La prima, tipica dei superficiali, costruisce il suo abito anche troppo bello, disegnandolo per una serata o per un biglietto da visita. La sostanza, insita nell’essere umano, è la signora che si presenta all’invito per una coreografia, in un castello, con leggerezza. Nei miei abiti mi servo dell’essenza".
Come vestirebbe Milano?
"Anche con un jeans, ma con eleganza. Aggiungerei un paio di occhiali, per renderla più
misteriosa".
Elvira Carella