Ora che la realizzazione della Metropolitana 4 è completata, ora che San Cristoforo può davvero iniziare ad accrescere il proprio ruolo all’interno della rete della mobilità lombarda perché capace di unire trasporto urbano e regionale, metropolitana e ferrovia, ora può partire il conto alla rovescia per uno storico e non poco nostalgico addio in quel di Milano: l’addio alla stazione di Porta Genova, inaugurata nel 1870, che con ogni probabilità smetterà di essere la stazione di arrivo delle linee regionali che collegano il capoluogo all’abbiatense, al vigevanese e al pavese. Il suo posto sarà preso, se tutto andrà come ipotizzato, non solo dalla stazione di San Cristoforo ma anche dalla stazione di Rogoredo nell’ambito di un più generale riassetto dei collegamenti su ferro tra tutta la cintura sud di Milano e le aree già menzionate.
Nulla di imminente, ma nemmeno di remoto: in questo momento l’ipotesi sul tavolo della Regione Lombardia e di Trenord è congedare lo scalo di Porta Genova tra la fine del 2026 e l’inizio del 2027. Secondo l’ipotesi allo studio, del tutto conseguenziale al riassetto della circolazione ferroviaria indotto dal completamento della metropolitana Blu, tra il 2026 e il 2027 la linea Trenord Alessandria-Mortara-Milano sarà allungata fino alla stazione di Rogoredo andando così ad integrarsi con la linea S9 del passante ferroviario che, a quel punto, raggiungerebbe la frequenza di un treno ogni 15 minuti.
Non a caso, la stazione di Porta Genova è stata fin dall’inizio legata proprio alla linea ferroviaria Milano-Mortara. La prima ragione del suo avvicendamento con altre stazioni, a quanto pare, si chiama "binario unico", un limite strutturale della rete che ad oggi caratterizza la tratta che va da Albairate al capoluogo lombardo. Fare approdare la Milano-Mortara in una stazione diversa, che sia Rogoredo, la prima candidata, come detto, o quella di San Cristoforo, significherebbe innanzitutto riuscire ad aggirare il problema del binario unico perché il percorso dei treni si snoderebbe su tratte esistenti dove ci sono, a seconda dei punti, almeno due binari.
Ma non solo: significa garantire ai pendolari un collegamento con stazioni della metropolitana che, a differenza di Porta Genova M2, possono garantire uno scambio modale più efficiente ed articolato. Tradotto: A Rogoredo non c’è solo la metropolitana, la M3 per l’esattezza, ma c’è anche una stazione dove già oggi transitano ogni giorno i treni dell’Alta Velocità ferroviaria, sempre più strategici nell’offerta di mobilità su medio e ampio raggio. A San Cristoforo da ieri c’è la M4, ma anche il passante ferroviario, ma anche un collegamento veloce con l’aeroporto di Linate (attraverso la stessa M4).
Lungo la stessa linea ferroviaria che passa da San Cristoforo è stata aperta già da qualche tempo una nuova fermata del passante, quella in viale Tibaldi, ad un passo dalle sedi e dal nuovo campus dell’Università Bocconi e dalla Nuova Accademia di Belle Arti. Una fermata al servizio di una zona che ha un potenziale crescente quanto ad utenti del trasporto pubblico. Il completamento e l’entrata in servizio della fermata di Tibaldi hanno sempre rappresentato – insieme alla realizzazione della Metropolitana 4 – una delle condizioni per iniziare a programmare un riassetto che potrebbe costare la dismissione di Porta Genova. Una stazione storica, uno scalo che porta dritto dritto nel cuore dei Navigli, nel cuore di quella cara, vecchia Milano che oggi ha qualche argomento in meno per avere una stazione ferroviaria.