
L’incontro con la senatrice a vita Liliana Segre
di Marianna Vazzana
"Ci sono bambini che in tante parti del mondo sono coinvolti nelle guerre, i bambini sono sacri e non devono essere toccati". La voce della senatrice a vita Liliana Segre è così chiara da squarciare il buio della sera del 6 febbraio. Anniversario triste, perché in quella data, da tredicenne, 81 anni fa arrivò nel campo di sterminio di Auschwitz dopo una settimana di viaggio cominciato al binario 21 della stazione Centrale. Ora, quel luogo accoglie il Memoriale della Shoah, teatro ieri dell’evento organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio con la Comunità ebraica di Milano in memoria di tutti i deportati. Lei si rivede nella bambina che era. "I bambini sono sacri – sottolinea –. In Sudan come in Israele, in Congo come in Palestina, in Ucraina come nel Corno d’Africa. La morte inflitta ai bambini pesa come macigni nelle nostre coscienze di esseri umani e ci fanno provare quella vergogna che disse Primo Levi". Pensando alla sua vita, riflette: "L’amore dato e ricevuto è un bene che non ti toglie nessuno e nessuno potrà mai toglierti di essere stata una bambina amata. Questo ti permette di affrontare la vita anche quando sei odiata". Nelle ultime settimane, la senatrice è stata bersaglio di una nuova ondata di odio sui social. "Da qui, da questa data legata ai miei ricordi più tristi, dalla memoria di quelle persone, spero ardentemente che arrivi soprattutto questo grido: pace". Alla fine, una bimba si è avvicinata: Chiara Z., di 10 anni, con in mano il libro di Liliana Segre “Scolpitelo nel vostro cuore“. La senatrice glielo ha autografato. "Il libro è stata una sorpresa di Natale, ora penso sempre alla sua storia. Non dobbiamo mai più far vincere la cattiveria", dice la ragazzina.
Dal palco, il Rabbino capo della comunità ebraica di Milano, Alfonso Pedatzur Arbib, ha puntato il dito contro quello che chiama un "antisemitismo inconsapevole, persone che sono convinte di non esserlo, che credono di essere dalla parte giusta della storia" ma "non riescono a capire che dietro si nasconde un pregiudizio devastante". Tra gli intervenuti: Elisa Giunipero della Comunità di Sant’Egidio, Roberto Jarach, presidente del Memoriale della Shoah, il medico e antropologo Cristina Cattaneo e il vicario episcopale della diocesi di Milano, monsignor Luca Bressan.