
Magenta, dalla Spagna arrivavano ingenti partite di stupefacenti. La piazza per le consegne il parcheggio di un fast-food.
Milano, 22 maggio 2025 – "Hai un nome hai, hai un nome... sei un perno sei, sei un perno... porta avanti il perno di tuo padre, il nome di tuo padre, portalo avanti. Devi darla, non farla... devi darla". La regola aurea dei narcotrafficanti trasmessa di generazione in generazione: la cocaina si vende, non si sniffa. Giacomo Cristello, pluripregiudicato crotonese di 62 anni trapiantato a Samarate, la spiega a modo suo al ventiduenne, Emanuele Ravezzani, a cui il padre Demis aveva affidato il coordinamento dei "cavallini" e la gestione dei clienti del "gruppo di Turbigo".
Un gruppo che si fondava sul mutuo soccorso, come spiegato da Cristello a Giovanni Rialti: "C’è problema, qualche problema... qualunque cosa l’aggiustiamo noi... dobbiamo sparare? Spariamo noi per te... per noi se uno è un amico, un fratello, andiamo fino alla morte". Ravezzani senior, 46 anni, si è trasferito da tempo a Malaga: lì la compagna ha conquistato andalusi e turisti con una panetteria in centro storico; da lì l’uomo non ha mai smesso di comandare a distanza l’organizzazione criminale, che distribuiva cocaina nel parcheggio del Mc Donald’s di Magenta.
Genitore e figlio sono stati arrestati proprio in Costa del Sol dai poliziotti spagnoli, che su input degli specialisti di Squadra Mobile, Dcsa, Sco e Scip hanno notificato ai due l’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla gip Tiziana Landoni su richiesta dell’aggiunta Bruna Albertini e della pm Simona Ferraiuolo. Il blitz dei segugi dell’Antidroga di via Fatebenefratelli, guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dal funzionario Massimiliano Mazzali, si è chiusa con 24 indagati in manette tra carcere e domiciliari. Tre i gruppi smantellati: oltre a quello dei Ravezzani, sono stati azzerati quelli che facevano capo ai siciliani Vincenzo Mori, Salvatore Bellante e Michelangelo Di Fazio (specializzati nell’importazione di hashish dalla penisola iberica) e al trentaquattrenne palermitano Mario Gallo, che si riforniva da Ravezzani e che usava come deposito un box di Limbiate.
L’indagine "Mc Drive" della Dda non ha fatto altro che prosciugare i rivoli ereditati dalle due precedenti puntate dell’operazione "Miracolo", scattata nel 2018 dopo il maxi sequestro di 215 chili di cocaina a Livorno e l’omicidio dell’imprenditore Salvatore Ponzo (assassinato con venti colpi di pistola in Costarica su mandato dei boss centramericani che lo avevano ritenuto responsabile della sparizione del carico). Nel corso della terza tranche di accertamenti investigativi dell’Antimafia, sono state bloccate in flagranza 26 persone e sequestrati complessivamente 15,5 chili di cocaina, 457 di hashish, 90 di marijuana, 150 piante di cannabis e 100 mila euro. Senza contare il filone delle armi in arrivo dai Balcani, che già il 16 novembre 2021 ha portato in cella il saronnese Orazio Nasca (nel frattempo condannato a 8 anni in primo grado), intercettato in viale Rubicone con cinque fucili d’assalto kalashnikov Ak-47, una pistola P9 Makarov, munizionamento da guerra e sei granate nere con spoletta.
Ora l’operazione della Mobile ha svelato i contatti di Nasca con i presunti narcos Bellante e Di Fazio, nonché l’agitazione dei giorni immediatamente successivi alla cattura del cinquantatreenne con un passato da basista di una rapina finita con la morte di un carabiniere nel 1998 a Caronno Pertusella: "Eh leggiti un po’ il giornale... guarda un po’".