La rabbia delle educatrici, in piazza per la sicurezza

Si rompe il tavolo Palazzo Marino-sindacati: "AntiCovid e nuove regole, le sezioni pollaio sono terreno fertile per il virus"

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"Chiediamo di rivedere i protocolli di sicurezza, nuove assunzioni e la priorità nel piano vaccinale alle educatrici che tutti i giorni sono a stretto contatto con i bambini". Maria Luisa Salamanca, sindacalista della UilFpl, sintetizza le ragioni di una protesta che domani si concretizzerà in un presidio davanti a Palazzo Marino, dalle 16.30, in contemporanea alla seduta del Consiglio comunale. Alla stessa ora le educatrici si riuniranno in assemblea a distanza, dopo un primo incontro che venerdì scorso ha toccato quota mille partecipanti. Vogliono portare alla luce l’allarme e la preoccupazione di chi lavora in asili nido e scuole materne, chiedendo al Comune e alla Regione un cambio di rotta. La giornata di protesta è stata proclamata ieri, dopo che il tavolo sulla sicurezza fra Palazzo Marino e i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Csa si è chiuso con un nulla di fatto. "Con la manifestazione vogliamo lanciare un segnale al Comune – spiega Gianluca Maritato (UilFpl) – perché così è difficile andare avanti. I lavoratori sono preoccupati per i contagi e per il diffondersi di queste varianti che colpiscono anche i bambini più piccoli". I sindacati chiedono alla Regione di accelerare sui vaccini, perché "non è possibile che un professore universitario venga vaccinato prima di chi lavora con i bambini". E al Comune di rivedere quel protocollo sulla sicurezza che "resta immutato" dalla scorsa estate, quando si arrivò a un accordo per l’apertura dei centri estivi.

"Rispetto a luglio sul fronte dei contagi c’è stato un peggioramento – aggiunge Salamanca – e nonostante questo in alcune scuole materne si arriva a un rapporto, in alcune ore, di un’educatrice per 25 bambini. Tutti i giorni riceviamo messaggi di educatrici preoccupatissime per questa situazione". Lunedì 8 marzo si terrà anche la manifestazione dei sindacati di base Cobas e Usi, alle 10 in piazza Affari. "A 5 mesi dall’apertura non si è ancora fermata la circolazione del virus nei nidi e nelle scuole d’infanzia", si legge nel volantino. Tra le richieste al Comune un cambio dei protocolli perché "25 bambini per sezione sono troppi", lo stop all’autocerticazione per chi rientra in classe dopo l’isolamento, da sostituire con il certificato di negatività, la vaccinazione immediata per le educatrici. Intanto ieri, davanti ad alcune scuole dell’infanzia e primarie, sono comparsi cartelli con la scritta: "Non provate a chiudere mentre tutto il resto è aperto. Priorità alla scuola, alla vaccinazione del personale scolastico e ai test rapidi".

Andrea Gianni

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