Gli schermi nelle varie piazze di Milano rendono questo giorno un momento di condivisione sociale e culturale: se in passato si trattava di un evento dedicato a pochissimi che disponevano di un certo agio economico, oggi Milano offre questa opportunità a tutti.
Questa la riflessione di un anziano milanese, incollato allo schermo messo al centro dell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele per permettere a tutti di assistere alla Prima della Scala. "Sono orgoglioso della mia Milano", dice ancora l’anziano. "È un’esperienza molto stimolante anche per chi non conosce l’opera, in quanto permette di conoscere la lirica e magari un giorno appassionarsene".
Galleria Vittorio Emanuele è colma di gente: giovani e anziani, milanesi e turisti passeggiano per le vie del centro, per trascorre il 7 dicembre tra l’aria natalizia di città e il sottofondo della musica lirica prodotta dai maxischermi posti al centro della Galleria. Moltissimi sono attenti allo spettacolo che rappresenta l’opera di Verdi, “La forza del destino”, messo in scena alla Scala di Milano, e visionabile da chi non può permettersi un biglietto a teatro, attraverso un’opera di inclusione e diffusione culturale: la Prima Diffusa.
"È la prima volta che partecipo alla visione della prima diffusa - ci racconta una signora di Saronno - e trovo che sia un’ottima iniziativa in quanto consente un’esperienza culturale a portata di tutti, nonché una bella occasione di socializzazione e - aggiunge - come ogni evento, viverlo insieme ad altre persone, è un qualcosa di speciale, specialmente se circondati da quest’aria natalizia".
D’accordo con lei, una coppia di giovanissimi: "Giravamo per le vie del centro e siamo stati incuriositi dalla marea di persone in galleria - ci dicono - e troviamo che le luminarie e la musica in sottofondo creino un suggestivo ambiente natalizio". Affermano però che "il pubblico della Prima Diffusa è prevalentemente adulto, perché l’opera lirica non interessa molto ai ragazzi". "Magari la apprezziamo, ma non la ricerchiamo: non andremmo mai alla Scala - aggiungono i due giovani - anche chi passa per caso si ferma perché ha occasione di ascoltare musica diversa".