Milano, la passeggiata di Ersilia: "Sempre accanto ai deboli"

Un controviale verde dedicato alla memoria della fondatrice dell’Asilo Mariuccia. Sacchi: "Donna tra le più illuminate della città, ha dato voce a chi non la aveva"

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Una passeggiata dedicata a Ersilia Bronzini Majno, fondatrice insieme ad altre attiviste dell’Unione Femminile Nazionale nel 1899 nonché “mamma” dell’Asilo Mariuccia. L’intitolazione ieri mattina, in occasione del novantesimo anniversario della sua morte.

"La scelta dell’intitolazione a Ersilia Bronzini Majno è dovuta al suo profondo impegno politico e sociale e all’importante contributo che ha dato alla città di Milano, in particolare alle donne e ai minori – ha sottolineato l’assessore alla Cultura del Comune, Tommaso Sacchi -. Una donna fra le più illuminate nella storia della città che ha speso la sua intera esistenza a favore dei più deboli, dando voce a chi fino a quel momento non l’aveva avuta".

Ersilia Bronzini, infatti, è stata presidente dell’Associazione Generale delle Operaie e la prima donna nella storia dell’Italia ad essere nominata consigliera di amministrazione di un ospedale, in questo caso dell’Ospedale Maggiore di Milano nel 1900. Tra le più attive promotrici di una legge per la tutela della gravidanza e della maternità delle lavoratrici, si è impegnata nell’attivazione delle Casse di maternità. In seguito alla morte della figlia Maria (chiamata affettuosamente Mariuccia), e seguendo le sue ultime volontà, il 14 dicembre del 1902 ha fondato l’Asilo Mariuccia per il recupero delle bambine e delle ragazze vittime di abusi. Inoltre, il suo contributo, insieme a quello del marito Luigi Majno, è stato determinante nell’istituzione del Tribunale per i minorenni.

L’Asilo Mariuccia oggi accoglie e supporta mamme e bambini fragili con un passato pesante e adolescenti soli e in gravi difficoltà, attraverso cinque comunità e 22 alloggi tra Milano e Varese. Si prefigge sin dalle sue origini, lo scopo di "promuovere attraverso la formazione e il lavoro la crescita e il benessere fisico e psicologico dei minori e delle mamme accolte, mirando alla loro integrazione sociale e all’inserimento lavorativo".

Oltre che per il suo impegno in campo assistenziale, Ersilia Bronzini si distinse anche come pubblicista, soprattutto all’interno della rivista "Unione femminile", che fondò per colmare il vuoto d’informazione sulle attività della associazione e sul movimento femminile in Italia e all’estero.

 

 

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